Ocse taglia a +0,8% la crescita Italia 2018: dato peggiore fra maggiori Paesi

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Ocse taglia a +0,8% la crescita Italia 2018: dato peggiore fra maggiori Paesi

Ocse taglia a +0,8% la crescita Italia 2018: dato peggiore fra maggiori Paesi

07 Giugno 2017

L’Ocse conferma la crescita dell’1% del Pil italiano per il 2017, ma taglia le previsioni per il 2018 dall’1% indicato a marzo allo 0,8%. Si tratta del dato peggiore tra tutti i maggiori Paesi. Ma nessun leader politico lo dice. A pesare sull’anno prossimo sarà una correzione dei conti pubblici stimata all’1% del Pil, “come richiesto dalle regole Ue, anche se l’economia sta funzionando ben al di sotto del suo potenziale e la ripresa resta fragile”, indica l’Economic Outlook semestrale dell’Organizzazione. Che tradotto vuol dire che la correzione implica un mix di aumento delle tasse sui consumi e di tagli alla spesa, “anche se il Governo abbia recentemente segnalato che intende attuare un aggiustamento fiscale dello 0,3%”.

Il tasso di disoccupazione è atteso in leggera flessione all’11,5% quest’anno e all’11,2% il prossimo, dall’11,7% del 2016. La crescita dell’occupazione è vista in rallentamento da +1,3% nel 2016 a +0,7% quest’anno e a +0,5% il prossimo. Ne risentirà la dinamica dei consumi privati pronosticata a +0,7% e +0,4%, dopo +1,3% nel 2016. I consumi pubblici sono visti in crescita dello 0,6% quest’anno come nel 2016, ma in frenata a +0,1% nel 2018. Nell’insieme la domanda interna, dopo essere cresciuta dell’1,1%, dovrebbe accontentarsi di +1% nel 2017 e dello 0,9% nel 2018. 

Sul fronte bancario l’annotazione è che i crediti deteriorati, così come la bassa redditività delle banche, limitano il credito soprattutto alle Pmi e all’edilizia. La ricapitalizzazione delle banche in difficoltà e un’accelerazione nella riduzione degli Npl aumenterebbe la fiducia e farebbe posto a un aumento del credito e quindi agli investimenti privati. L’Ocse rileva anche che nonostante abbia un ampio settore manifatturiero, l’Italia ha una bassa integrazione delle ‘global vaue chain’, cioè nell’economia globale, in parte perché molte aziende sono piccole e hanno una bassa produttività. Non è stato disegnato esattamente un bel quadro …