Oggi a Roma il Pdl mette in “cornice” le sue radici culturali
26 Febbraio 2009
Mancava nel percorso di avvicinamento al congresso di fine Marzo un incontro del genere, che facesse chiarezza, analizasse e incorniciasse i valori, le radici culturali del nascente Popolo della Libertà. Già il titolo che è si voluto dare al convegno “La cornice culturale del Pd” è emblematico ed esprime il desiderio della fondazione Magna Carta di percorrere un cammino sul terreno dei valori culturali. Lo disse esattamente un mese fa Fabrizio Cicchitto, nella sala di uno strapieno cinema romano, di fronte ad una platea convocata dal sindaco di Roma Gianni Alemanno per parlare proprio del Pdl, “fino ad ora si è parlato più di quote e divisioni che di contenuti”.
Questo convegno capita a proposito e rappresenterà una tappa importante. Nella concezione, se vogliamo superficiale ma al contempo importante, dell’elettorato medio, il Pdl già c’è. Ed è ben rappresentato dai gruppi parlamentari che in questi primi mesi di Governo hanno rappresentato la parte più alta ed evoluta del progetto Pdl. Certo oggi, voltandosi indietro e ripercorrendo quindici anni di storia, ci si accorge di quanto fossero miopi e intellettualmente sbagliate le critiche e le considerazioni sul partito di plastica destinato a durare il tempo di uno spot pubblicitario. La storia degli ultimi quindici anni ha raccontato esiti e percorsi diversi rispetto a quelli che certi intellettuali disancorati da ogni terrena realtà ipotizzavano.
Con la nascita e la intuizione di Forza Italia da una parte, la scomparsa di repubblicani, socialisti, liberali, democristiani e socialdemocratici dall’altra, e il cammino di rinnovamento dell’ex Movimento Sociale a far da tangente al processo, nacquero quello condizioni per fare del Pdl il più grande partito di centro destra a vocazione maggioritaria. Ci sono voluti quindici anni e dieci governi. Le falde culturali e valoriali degli attori di questo processo non hanno però mai smesso di muoversi, creando sismi e smottamenti. Anche se, per molti analisti e osservatori, il primo vagito del Pdl è da ricercarsi nella manifestazione di Roma del 2 dicembre 2006, ( alla quale seguì dopo circa un anno la rivoluzione del predellino).
Nella piazza del 2 dicembre, oltre alle bandiere di Fi, An, Lega e qualche Udc, c’erano le radici culturali del Popolo della Libertà: sfilarono la componente liberale della Dc, i socialisti riformisti di stampo craxiano, i laico liberali, e la componente della destra cattolica moderata. Insieme a quella generazione di “ non ex”, ovvero tutti quegli under 30 nati nella nuova stagione e permeati da una nuova cultura politica, che il Ministro Sandro Bondi, in occasione della sua lectio magistralis in apertura dei corsi politici della Summer School, ha definito “fortunati”.
Una storia quella degli ultimi quindici anni che non può prescindere però dal suo leader, Silvio Berlusconi. Tra i tanti meriti attribuiti a Berlusconi, il vicepresidente del Senato Gaetano Quagliariello ne individua uno, inseribile proprio all’interno di questa giornata di incontri, fu infatti Berlusconi, “ad impedir che alla fine della guerra fredda, con l’eliminazione per via giudiziaria di tutti i partiti che avevano svolto una funzione anticomunista, il fiume carsico del sano conservatorismo non reazionario e dell’anticomunismo esistenziale fosse seppellito per sempre, fu sempre Berlusconi a consentire al liberalismo popolare di manifestarsi e trovare finalmente una rappresentazione compiuta nella sfera pubblica, non più come fenomeno sotterraneo, non più come semplice massa di interdizione”.
Insomma dietro la nascita di Forza Italia, per il senatore Quagliariello, “vi è la storia di una esclusione durata quarant’anni”. L’appuntamento è per venerdì mattina nella chiesa di Santa Marta, in piazza del Collegio Romano, per una giornata di riflessioni in vista del congresso fondativo del 27 marzo. Interverranno Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, Denis Verdini, Renato Brunetta, Maurizio Sacconi, Raffaele Fitto, Andrea Ronchi, Alessandro Campi, Ignazio La Russa, ed Antonio Tajani. L’incontro sarà moderato dal direttore de l’Occidentale Giancarlo Loquenzi. Inizio dei lavori previsto per le dieci di mattina.