Appuntamento oggi pomeriggio davanti a Montecitorio. “Con Israele, per la libertà, contro il terrorismo”, la manifestazione promossa dall’Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele. Non è una festa ma un gesto di solidarietà verso la democrazia israeliana, impegnata in una guerra dolorosa contro il terrorismo di Hamas. Ma anche un argine all’ondata anti-israeliana che ha invaso mezza Europa.
Non è una festa perché a Gaza si combatte con centinaia di morti e feriti nella speranza che in futuro non ce siano altri. Ambienti della stampa mainstream, della politica bipartisan, e naturalmente la Lega Araba e le Nazioni Unite, vorrebbero farci credere il contrario. Che gli israeliani sono dei revenant nazisti e la guerra di Gaza una “reazione sproporzionata” allo stillicidio terroristico.
Non sarà una manifestazione con bambini che stringono tra le braccia dei pupazzi insanguinati, come quelle organizzate dai supporter della “causa palestinese” in mezza Europa. Semplicemente un modo per chiedersi cos’altro potrebbe fare Israele – o qualsiasi altro stato democratico – di fronte a un nemico che nel suo statuto dichiara di avere un’unica missione: distruggerti. Come mai la comunità internazionale si è svegliata solo adesso, quando restano qualche centinaio di vittime civili da raccogliere sul campo? Troppo comodo non esserci.
Nell’appello dell’Associazione “Italia-Israele” si legge che: "Dopo 8 anni di attacchi missilistici e il rifiuto da parte di Hamas di rinnovare la tregua, Israele ha deciso di fare ciò che qualsiasi altro stato avrebbe fatto da tempo: difendere i suoi cittadini, cercare di fermare il continuo attacco proveniente da Gaza, cambiare la situazione sul terreno così da garantire il proprio diritto alla sicurezza. (…) Resta in noi la speranza che da questo conflitto possa uscire un Medioriente meno tormentato dall’odio integralista e meglio predisposto alla pace".
Lo scorso 12 Gennaio il senatore Gaetano Quagliariello ha scritto sulle pagine dell’Occidentale che: "Chi è dalla parte d’Israele e ne comprende la specificità storica e politica non può distinguere tra un’Israele buona e un’altra cattiva. E’ con i suoi intellettuali ma anche, e soprattutto, con il suo governo. E’ con lei quando governa la destra e quando governano i laburisti. E’ con lei nella buona così come nella cattiva sorte. Per queste ragioni, se ci sarà un Israele Day, io ci sarò".
Sono giunte adesioni da più di un centinaio di senatori e deputati che appartengono a tutti i gruppi parlamentari, dalla vicepresidente della Commissione Esteri Fiamma Nirenstein del Pdl, all’onorevole Gianni Vernetti e al senatore Furio Colombo del Pd. "Lungo il confine di Israele passa una frontiera che è anche la nostra – ha scritto Nirenstein – quella che separa la democrazia dalla violenza, la libertà dall’intolleranza". Ci saranno anche gli amministratori locali e altre personalità del mondo della politica e della cultura. Oltre ai cittadini italiani, naturalmente. E agli arabi che vorrebbero rovesciare Hamas perché credono in un altro Islam.
Qui l’elenco completo delle adesioni
Per informazioni: 393.8058906
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