Oggi Grass minimizza la Shoah, ieri celava il suo passato nazista
01 Settembre 2011
di Vito Punzi
Il romanzo col quale Günter Grass rivelò il proprio passato di giovane appartenente alle Waffen SS (Sbucciando la cipolla, Einaudi 2009) è appena stato pubblicato in Israele. Di rilievo è già il fatto che per stampare la versione ebraica si sia voluto far passare così tanto tempo (l’edizione tedesca è del 2006 e la traduzione in numerose altre lingue, visto il successo, provocato dalla “confessione” più che dal valore del libro, fu quasi immediata). Sempre in relazione alla tardiva ammissione di militanza nazista da parte di Grass, sarà utile ricordare ciò che un paio di intellettuali israeliani dovettero sperimentare a proposito del “pentimento” del tedesco. Il fatto, praticamente taciuto dalla stampa italiana, avvenne nell’estate del 2006, poco prima dell’uscita di Sbucciando la cipolla.
Nel corso di una visita allo scrittore nella sua casa di Lubecca, Yitzhak Mayer e David Altman, rappresentanti dell’israeliano “Netanya Academic College”, gli comunicarono la volontà della loro università di conferirgli la laurea honoris causa. Grass, sebbene avesse deciso già da tempo di fare chiarezza sul suo passato filo-nazista, durante quel colloquio avuto con Mayer (il cui padre venne ucciso ad Auschwitz) e Altman, non riferì nulla di ciò che presto avrebbe fatto emergere pubblicamente. Appena due settimane dopo il loro incontro in Germania i due appresero dalla stampa la “clamorosa” rivelazione. “Grass ci accolse con grande cordialità, manifestando tutta la sua simpatia per Israele”, così riferirono molto rammaricati Mayer e Altman. Da allora quella laurea a Grass non è stata più consegnata e tuttavia lo scrittore non si è sentito in dovere di chiarire il perché del suo silenzio con i due israeliani. Inoltre, stranamente conciliante fu la lettera che il presidente del College israeliano, Zvi Arad, inviò allora allo scrittore di Danzica: “Il suo caso è completamente diverso, rispetto a quello di Caino, ed io personalmente non provo particolare indignazione nei suoi confronti per il fatto che Lei nella sua gioventù abbia passato un momento di imprevidenza, dovuta al lavaggio del cervello, esercizio nel quale il potere nazionalsocialista si era efficacemente specializzato”.
Insomma il premio Nobel tedesco, almeno per una certa parte dell’opinione pubblica israeliana, da potenziale carnefice fu fatto passare per vittima. La conferma che la lunga “militanza democratica e antifascista” di Grass continua a pagare, in particolare fuori dai confini tedeschi, arriva anche dopo l’edizione in ebraico del suo Sbucciando la cipolla. Inviato a Danzica per intervistarlo per conto del giornale israeliano di sinistra “Haaretz”, lo storico e giornalista Tom Segev nel suo articolo apparso il fine settimana scorso si è guardato bene dal ricordare quanto accaduto nel 2006 a Yitzhak Mayer e David Altman: neppure una sillaba. E pensare che lo stesso Segev cinque anni fa aveva attaccato duramente Grass, intitolando un suo pezzo “Ero giovane e stupido”.