Oggi la manovra in Senato, la maggioranza si scontra sulle pensioni
23 Agosto 2011
Ci sono due forze uguali e contrarie che tengono in perfetto equilibrio la maggioranza mentre si discute sulle modifiche da introdurre nella manovra anticrisi. Da una parte c’è il Pdl, che vuole intervenire sulle pensioni e guadagnare risorse, al fine di rivedere il contributo di solidarietà; dall’altra la Lega, che a toccare il sistema previdenziale non ci pensa affatto, preferendo invece norme più stringenti per sconfiggere l’evasione fiscale.
Oggi il decreto inizia il suo iter a Palazzo Madama con il primo esame in Commissione (il 5 settembre in Aula) e nel frattempo le forze di maggioranza, ognuna al suo tavolo, stabiliscono la strategia d’intervento. Ieri pomeriggio, dopo il vertice del Carroccio in via Bellerio, il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, è stato chiaro: "No a modifiche sulle pensioni, frutto di un’intesa fra Bossi e Berlusconi, meno tagli agli enti locali e intensificazione della lotta all’evasione fiscale". Questo, dopo che il segretario del Pdl, Angelino Alfano, aveva offerto alla Lega la possibilità di ridimensionare i tagli agli Enti locali in cambio di una maggiore disponibilità del Carroccio al dialogo sulle pensioni. Così, dopo l’alt leghista, lo stato maggiore del Pdl dovrà decidere una nuova strategia durante la riunione indetta per mercoledì.
In questa fase la prudenza è d’obbligo. Dal meeting annuale di Comunione e Liberazione a Rimini, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, avendo ben chiare le posizioni della Lega, ha detto che “le pensioni sono state totalmente riformate e ora sono sostenibili”. Poi ha aggiunto che se nella maggioranza emergerà la volontà di intervenire sulla previdenza “se ne dovrà parlare con il sindacato riformista (Ugl, Cisl e Uil)” trovando un punto di “equilibrio tra sostenibilità finanziaria e sostenibilità sociale”.
Sempre da Rimini il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, ha parlato di manovra e leadership del Pdl. Ha detto di condividere la manovra approvata da Palazzo Chigi precisando che, “sempre a saldi invariati”, attende miglioramenti in sede parlamentare. Poi si è soffermato anche sul futuro politico del Pdl: “Nel partito carismatico in cui milito non c’era il problema di scegliere il leader. Il leader era Berlusconi e in lui tutti ci siamo riconosciuti. Ma oggi, dopo 17 anni, può darsi che si ponga un problema di rappresentatività”.
Eppure il Cavaliere è ancora il punto di riferimento della maggioranza. Infatti è a lui che si rivolge il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, secondo cui la manovra va modificata proprio sul nodo delle pensioni. Berlusconi, dice, deve "osare senza subire i veti di Bossi" e della Lega "che fa muro contro muro contro tutto ciò che è innovativo", e il Parlamento lo sosterrà.
Intanto oggi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, insieme al vicesegretario Enrico Letta e al responsabile economico Stefano Fassina, nella sede del partito, studiano le contro-proposte per la revisione del provvedimento anticrisi. Ma da domani la battaglia campale non si consumerà soltanto nelle aule parlamentari. Ci saranno anche le proteste di rappresentanti degli Enti locali, a cominciare dall’Uncem, Anci, Legautonomie e Anpci Piemonte che manifesteranno oggi davanti alla Prefettura di Torino; la protesta dell’Associazione nazionale piccoli Comuni d’Italia (Anpci) davanti Palazzo Chigi e, il 29 agosto, una manifestazione a Milano indetta dai sindaci dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani).