Ogm: è la cattiva informazione che ostacola il progresso
06 Giugno 2007
di redazione
Tempo fa, quando si cominciava a parlare di biotecnologie, possibili applicazioni e conseguenti implicazioni ad esse associate, alcuni autorevoli scienziati della Cornell University hanno sentito il dovere morale e scientifico di puntualizzare che la diffusione di generici reports, e non di risultati scientifici rigorosamente documentati, avrebbe potuto avere un impatto devastante sulla percezione pubblica del potenziale dell’ingegneria genetica con “profonde conseguenze” per il progresso scientifico e le politiche sociali (http://www.news.cornell.edu/releases/Sept99/Shelton.monarch.bpf.html).
Tutto nacque dalla pubblicazione di alcuni risultati (mai confermati e peraltro confutati negli anni successivi) in cui si riportava che il diffusissimo mais Bt (uno dei primi prodotti GM messi in commercio) era letale per la farfalla Monarca. In seguito alla lettura di quei risultati, il prof. Shelton (Cornell University) ed il prof. Roush (University of Adelaide) vollero sottolineare che le condizioni relative agli esperimenti descritti erano irrealistiche e conseguentemente fuorvianti erano le conclusioni degli autori. Per spiegare la logica perversa su cui si basava la storia della farfalla Monarca, Shelton presentava un esempio molto elementare e convincente che in sintesi recitava così: “se uno va al cinema e durante lo spettacolo mangia 50 chili di popcorn pieni di sale, probabilmente muore. Ma non per questo si può concludere che i popcorn salati sono letali!!” [If I went to a movie and bought a hundred pounds of salted popcorn, because I like salted popcorn, and then I eate those salted popcorn all at once, I’d probably die. Eating that much salted popcorn simply is not a real-world situation, but if I died it may be reported that salted popcorn was lethal,” Shelton said in an interview. “The same thing holds true for monarch butterflies and pollen. Scientists have a duty to be incredibly responsible for developing realistic studies. Scientists need to make assessments that are pertinent to the real world.”]
Oggi ci ritroviamo di fronte ad un caso analogo, e su un articolo comparso su La Stampa del 3/1/2007 viene messo “sotto accusa un “marcatore” utilizzato nella canola GM coltivata in Canada” che, secondo quanto riportato, sembra scoraggiare le api dalla frequentazione dei campi. Questa volta la risposta viene da Piero Morandini, biologo dell’Università di Milano (La Stampa dell’11/4/2007) che commenta la logica deviante che può portare ad un interpretazione forzata ed errata di alcuni fenomeni, e sulle conseguenze mediatiche cha la diffusione di queste notizie può avere. Nella sua risposta Morandini spiega, anche lui con un aneddoto, la differenza tra evidenza sperimentale e coincidenza, raccontandoci che, anche se “in Germania per molti anni si è assistito ad una diminuzione del numero delle cicogne e contemporaneamente ad un calo delle nascite” ciò non può farci concludere che le cicogne portano i bambini!
Ovviamente non c’è relazione tra questi due fenomeni e, come puntualizza Piero Morandini, l’errore fondamentale sta nel confondere coincidenza e causalità. In altre parole, non c’è nessuna evidenza scientifica che associa il crollo dell’impollinazione ad opera delle api al marcatore utilizzato nella canola coltivata in Canada. Eppure di questa idiozia se ne parla per una pagina intera. Ancora una volta siamo di fronte ad un caso di disinformazione che subdolamente giunge nelle case di tutti noi. Come antidoto a questi virus mediatici vi indico un sito curato dalla FIDAF (Federazione Italiana Dottori Agronomi e Forestali) dove vengono discussi temi relativi alle molteplici sfaccettature ed implicazioni delle biotecnologie (http://www.fidaf.it/gmohotline.htm).