Ogm e ministri Ue: occhio alla “sindrome di Frankenstein”
13 Febbraio 2014
di redazione
Il senatore del Sel, Dario Stefano, commenta così la lettera inviata al Commissario alla Salute Tonio Borg per chiedere il ritiro della autorizzazione alla coltivazione del mais Ogm Pioneer 1507: "Finalmente l’Italia prende una posizione chiara a difesa della nostra agricoltura e con altri 11 Paesi europei chiede un passo indietro alla Commissione Ue sul nuovo mais transgenico". La lettera è stata firmata anche dal ministro Moavero. "In questa partita l’Italia non è sola, il governo può e deve fare di più rilanciando in Europa il dibattito sulla modifica della direttiva Ogm per dare agli Stati membri la possibilit à di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio, anche per motivi diversi dalla sicurezza ambientale e sanitaria", conclude Stefano. Va ricordato che la discussione sugli Ogm è stata spesso condotta in modo grottesco e per puro spirito di disinformazione da molti gruppi ambientalisti e dai produttori di cibi organici. La controversia contro i cibi modificati geneticamente in Europa e in India è più forte che altrove, denunciando presunti effetti sulla salute dei consumatori e altrettanto ipotetiche conseguenza ambientali. E’ il cosiddetto "complesso di Frankenstein", come lo chiamò una volta Isaac Asimov, la paura primordiale degli esseri umani di confrontarsi con gli sviluppi della tecnologia.