Olimpiadi, il governo ha il piano ‘b’: se la Raggi dice no per Roma, c’è Milano. Intanto si aspetta l’incontro con Malagò
29 Agosto 2016
Da qualche ora nelle stanze del governo circola invece un’altra ipotesi. Ed è un’ipotesi choc per Roma Capitale: l’esecutivo, nel caso in cui nei prossimi giorni il sindaco cinquestelle ribadisse il suo no ai Giochi, farebbe cadere la candidatura olimpica di Roma. E per garantire comunque al sistema-Paese questa chance, al suo posto candiderebbe Milano.
Pare, infatti, che il governo sia intenzionato a far correre la città meneghina per l’organizzazione dei Giochi olimpici del 2028. Ma se ad aggiudicarsi le Olimpiadi del 2024 fosse Parigi, per rispettare il criterio di alternanza tra i vari continenti, la candidatura di Milano slitterebbe al 2032. C’è già chi giura che la mossa dell’esecutivo a favore di Milano possa essere un modo per accentuare il pressing sulla Raggi.
Dal canto suo il sindaco di Roma, proprio ieri, è tornata a parlare dell’argomento. Ha sì confermato le sue perplessità, ma non ha ufficializzato il no. Così ha detto: “Con il presidente del Coni, Malagò, siamo rimasti che ci saremmo sentiti dopo l’estate e l’estate non è ancora finita. Ogni discorso è rinviato a dopo quell’incontro”. E poi: “Con Malagò parleremo di tutto, ma ricordo che Roma è una città piena di impianti sportivi, circa 150, che sono in condizioni disastrose. Nelle scuole si fa un’ora di sport a settimana, le sembra normale? E poi parliamo di Olimpiadi. Nel nostro debito monster da 13 miliardi, 1 miliardo è ancora l’indennità dell’esproprio per le Olimpiadi del 60 e l’anno scorso gli italiani hanno finito di pagare la rata del mutuo Italia 90. Fatevi due conti…”
Comunque per la Raggi non sarebbe facile cambiare idea. Il sindaco ha giocato buona parte della sua campagna elettorale con il no ai Giochi olimpici. E tutto il Direttorio dei Cinquestelle sostiene questa posizione. Tant’è che la Raggi ha bloccato, a inizio agosto, la partecipazione di un rappresentante del Campidoglio alla missione olimpica di Rio de Janeiro .
La Raggi ha, poi, risposto a un’altra domanda: “Ciascuna persona che ricopra un ruolo istituzionale deve svolgerlo con imparzialità”, ha osservato la prima cittadina, ritenendo che “il presidente del Consiglio e il governo svolgeranno il loro lavoro sul bando periferie con imparzialità, e se qualche progetto verrà bocciato dovranno motivarlo e ne analizzeremo le motivazioni”.
Altro tema caldo è quello sulle nomine e sui fondi spesi per lo staff del sindaco capitolino: “La giunta Alemanno, nel primo semestre, aveva preventivato spese per 6 milioni l’anno, Marino 5. Io credo per adesso di non aver toccato un milione. Ma è una dato grezzo ed incompleto, non definitivo”, ha spiegato Raggi. “Per le nomine che stiamo facendo, e siamo in dirittura d’arrivo, ci siamo basati su competenza, capacità, merito. E la competenza si paga. Non abbiamo scritto ordini di partito come le precedenti giunte”. Quanto a presunti malumori all’interno del Movimento “io non ho sentito così tante polemiche. Quello di Francesca de Vito è un caso isolato” ma ad ogni modo “le polemiche accompagnano quasi sempre la nascita di una nuova giunta. Le persone che ho scelto hanno la mia stima, sono competenti e vengono pagate il giusto”.
L’ultimo capitolo dell’argomento Olimpiadi riguarda la metropolitana romana. Sulla metro C “stiamo studiando e cercando di capire di chi siano le responsabilità dei ritardi. Ma lo abbiamo detto, al Colosseo ci si arriva, il punto è capire quando, perché Roma Metropolitane ha detto che ci si arriva al 2021 e poi servono altri 3 anni per completare l’opera”, ha detto la sindaca di Roma sulla controversa opera al centro di un’indagine della magistratura. Per poi concludere: “Penso che per essere realistici dobbiamo arrivare al Colosseo, mettere un punto e virgola e capire cosa fare di questa metro. Vogliamo continuare? Come? Vogliamo cambiare tracciato? Fermarci? Continuare con il Consorzio Metro C?”