Omicidio Meredith. Lumumba: “Amanda è la bugiarda di sempre”
04 Dicembre 2009
di redazione
“Non mi convince, resta la bugiarda di sempre. È incredibile cosa può aver detto di quella notte. Non le crederò mai”. Lo afferma in un’intervista a Il Messaggero Patrick Lumumba riferendosi ad Amanda Knox, imputata nel processo per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.
“Mi hanno riportato indietro nel tempo e nel racconto ho rivisto – aggiunge Lumumba – come in un brutto film le vicende passate. Allora mi chiedevo come potesse essere possibile che ad un innocente si potessero infliggere quegli attimi di terrore. Mi sembra di aver vissuto una storia dell’orrore mi sono rivisto con le manette ai polsi davanti a mia moglie che teneva in braccio mio figlio, mi ricordo che non ebbi neppure il tempo di prendere un maglione, e si può immaginare il mio disagio per l’interrogativo che si poneva mia moglie la quale, pur nella certezza della mia innocenza non sapeva quello che sarebbe accaduto di noi”.
“Ho chiuso il mio locale – conclude – il pub Le Chic, ora non un lavoro, compongo e faccio il musicista con le difficoltà collegate. Conoscevo Amanda lavorava da me e avevo notato solo che sembrava molto egocentrica, una che voleva essere sempre al centro dell’attenzione nulla di più. Comunque in quei momenti non riuscivo a spiegarmi se il fatto che la conoscessi poteva bastare agli inquirenti per la mia incriminazione, ma non sapevo allora che lei aveva fatto il mio nome come assassino di Meredith”.
I giudici di Perugia entrano oggi in camera di consiglio al processo per l’omicidio di Meredith Kercher. La sentenza è attesa per questa sera dal momento che i giudici non hanno fatto attrezzare la camera di consiglio per la notte. Ieri l’ultima arringa del pm e le dichiarazioni di Sollecito e Knox. Per il pubblico ministero Manuela Comodi, l’accusa è assolutamente solida. Come la casa di mattoni di uno dei tre porcellini, dei quali ha citato la favola. Raffaele Sollecito ha ribadito: “Non ho ucciso Meredith. Ridatemi la vita”. Poi è stata la volta di Amanda Knox che, con voce sommessa, ha detto alla Corte: “Ho paura di avere una maschera di assassina forzata sulla mia pelle. Ho paura di essere definita quella che non sono”.