Omicidio Sandri. Il padre: “Ha sparato mirando, non conta la deviazione”
23 Aprile 2009
Si è consumata oggi l’ennesima lunga giornata del processo che vede imputato l’agente della Polstrada Luigi Spaccarotella, accusato di omicidio volontario per la morte del giovane tifoso laziale Gabriele Sandri, ucciso l’11 novembre 2007, nell’area di servizio dell’A1 di Badia al Pino. È stato il giorno dei periti oggi in Corte d’Assise ad Arezzo, che stanno dibattendo sulla traiettoria del proiettile e sulle eventuali deviazioni del colpo che ha raggiunto la vittima. Erano naturalmente presenti anche i famigliari della vittima, ovvero il padre Giorgio, il fratello Cristiano e la mamma Daniela.
Ad aprire le danze Vero Vagnozzi, il consulente della famiglia Sandri incaricato di effettuare una perizia balistica sul proiettile: "Nel vetro dell’auto su cui viaggiava Sandri il proiettile è entrato dritto, non c’è stata alcuna deviazione". Sulla deformazione "a semiluna" trovata sul proiettile, che secondo i periti del pm è dovuta all’impatto con la rete metallica dell’autostrada, ha aggiunto "l’impatto con il filo di ferro avrebbe dovuto provocare uno strusciamento, non un incavo". Ha quindi concluso, commentando i risultati delle analisi svolte dai periti del pm "le reti delle autostrade sono piene di deformazioni di quel tipo. Sono provocate dai lavori per il loro montaggio, ho fatto ricerche all’Anas".
Di diverso avviso, ovviamente i già citati periti Paolo Russo, Domenico Compagnini e Ingo Gabriel Maria, incaricati dal pm aretino Giuseppe Ledda di compiere gli esmi sul proiettile, i quali danno esiti compatibili con la ricostruzione secondo cui il colpo esploso è stato deviato dalla rete metallica che divide l’area di servizio dalla sede autostradale: "La deviazione è dimostrata – ha detto Compagnini – Sul proiettile ci sono 2 deformazioni: una dovuta all’impatto con il vetro dell’auto su cui viaggiava Sandri, l’altra compatibile con la forma del filo della rete metallica", che in un punto risulta "spazzolata", e quindi colpita da un altro oggetto, come appunto il proiettile. Anche il chimico Ingo Gabriel Maria ha spiegato di aver trovato "sulla rete tracce compatibili con l’ogiva", anche se sulla stessa ogiva "non ci sono tracce di impatto evidente con la rete", tracce che magari potrebbero essere state "rimosse dall’impatto successivo con il vetro dell’auto e con il collo" di Gabriele. Quanto alla traiettoria del proiettile "non abbiamo modo -ha spiegato il professore Paolo Russo, incaricato di studiare nel particolare la questione – di individuare una traiettoria precisa, ma un ‘fascio a piramide’ che racchiude tutte quelle possibili".
Una volta fuori dall’aula a parlare è stato il legale, Federico Bagattini, dell’agente della Polstrada, che ha dichiarato: "Le perizie dimostrano che c’è stata la deviazione" del proiettile e che "c’è un’ipotesi verosimile e concreta che la deviazione sia stata davvero imponente, di 30-40 metri sul bersaglio finale, capace di destabilizzare completamente l’ipotesi di un puntamento, e quindi di omicidio volontario". Sulla perizia effettuata dal consulente della famiglia Sandri, Vagnozzi, l’avvocato ha espresso perplessità, poichè il perito "dice di aver compiuto degli esperimenti che non ha documentato, e credo che si commenti da solo", inoltre "i consulenti del pm -sottolinea l’avvocato- confermano l’ipotesi della deviazione". Bagattini ha poi chiosato: "L’angolo di deviazione è sottoposto a delle variazioni, in modo particolare sulla posizione di Spaccarotella, e su questo punto c’è un supertestimone giapponese che lo colloca nella posizione migliore per le ragioni della difesa".
Infine ha rilasciato delle dichiarazioni anche il padre di Gabriele Sandri, Giorgio: "La mia idea è che il tribunale si baserà esclusivamente, come è giusto, sulle testimonianze. Sono convinto che il tribunale abbia già la sua idea di assoluta colpevolezza: Spaccarotella ha sparato mirando". "È stata un’udienza lunga e faticosa – ha proseguito – ma alla fine non è emerso nulla. Nessuno ha detto se c’è stata la deviazione" del proiettile "e di quanto è stata, se un metro o 20 centimetri". "Io sono sicuro di quello che ha fatto, a prescindere da una eventuale deviazione" ha aggiunto il padre di Gabriele riferendosi all’agente Spaccarotella. "Lui ha sparato a braccia tese, mirando, non conta neanche l’eventuale deviazione". Il signor Sandri ha abbandonato l’aula quando Paride Minervini, perito di parte nominato dalla difesa dell’imputato, ha esposto i risultati della sua perizia. "Queste perizie contano poco, contano le 9 persone che hanno visto Spaccarotella fare quello che ha fatto".