Omicidio stradale, quando la legge è assurda e demagogica

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Omicidio stradale, quando la legge è assurda e demagogica

17 Dicembre 2016

Era sobrio, aveva 30 punti sulla patente ed era in prima classe assicurativa, un automobilista che, senza volerlo, mentre effettuava una manovra con la sua macchina, ha schiacciato un piede, quasi da fermo, a una signora che in quel momento stava camminando vicino alle strisce pedonali. L’uomo, P. T., ha subito chiamato i soccorsi perché la signora lamentava giustamente dei dolori al piede dopo l’incidente.

Ma per farla breve, poiché la prognosi per le lesioni subite ha superato i quaranta giorni, l’automobilista è stato denunciato d’ufficio, ora dovrà subire un processo penale e rischia concretamente la revoca della patente per 5 anni e una condanna con reclusione da tre a dodici mesi. Aggiungiamo che P.T. si è subito messo a dispozione delle polizia municipale: è il padre di una bambina orfana da due anni, la piccola ha una malattia rara che necessita di continua sorveglianza e di frequenti visite mediche fuori dalla regione. Per inciso, P.T. è anche un lavoratore autonomo, un artigiano e dunque terrorizzato dalla revoca della patente.

E’ solo una delle testimonianze raccolte dal senatore Carlo Giovanardi (Idea – Popolo e Libertà), da mesi in prima linea contro la legge sul reato di omicidio stradale, una normativa che Giovanardi considera assurda e demagogica. Il senatore si prepara a presentare un disegno di legge per correggere la forzature della legge stessa, imposta, con la fiducia, dal governo Renzi. “Con la speranza,” spiega Giovanardi, “che il governo Gentiloni sia più interessato a volere giusta la giustizia piuttosto che sfornare leggi spot sulla pelle dei cittadini”.

Giovanardi ricorda l’episodio dei giorni scorsi che ha visto coinvolta la signora Agnese Landini, moglie dell’ex premier, che ha investito con la sua auto una persona sullo scooter. “Cosa rischia assurdamente la signora Agnese Renzi sulla base della legge fortemente voluta dal marito?”, si chiede Giovanardi, “se la prognosi per le lesioni subite dallo scooterista sarà superiore a 40 giorni e verrà rilevata a carico della signora una violazione delle norme sulla circolazione stradale, scatterà la reclusione da tre mesi a un anno e la revoca della patente che non potrà essere nuovamente concessa prima del decorso del termine di cinque anni”.

Il Prefetto, ricorda Giovanardi, potrebbe “sospendere in via provvisoria la patente sino ad un massimo di cinque, ovvero dieci anni, in caso di sentenza di condanna non definitiva”.

“Con la legge precedente invece in alternativa alla reclusione c’era la multa da 500 a 2.000 euro e la sospensione della patente poteva arrivare fino a un massimo di 2 anni”. “Migliaia di cittadini italiani sono già incappati, da marzo in avanti, in queste incredibili norme, che non colpiscono, come è giusto, chi è ubriaco, drogato o si comporta da pirata della strada, ma in maniera indiscriminata anche chi, guidando con tutta la prudenza del mondo, può aver causato un incidente, che in caso abbia conseguenze mortali, può costare fino a 18 anni di carcere”, la conclusione di Giovanardi. 

Come dire, un conto sono i pirati della strada, che vanno puniti “senza se e senza ma” ma la storia che abbiamo raccontato all’inizio di questo articolo dimostra che, quando si fanno delle leggi non equilibrate, per seguire l’onda emotiva del momento, il risultato può essere, per dirla con Giovanardi, del tutto “assurdo”. Vedremo se quest’altro bel regalo del governo Renzi verrà archiviato com’è successo con il referendum costituzionale. Intanto abbiamo capito cos’è il populismo, il cattivo populismo, che fa rima con demagogia.