Oms. Resta a livello 4 il pericolo per la nuova influenza da suini
28 Aprile 2009
di redazione
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha oggi mantenuto alto, a 4, il livello di allerta del rischio di pandemia per l’influenza da suini, su una scala da 1 ad un massim di 6. I casi registrati sono in aumento e la situazione resta "molto seria", ha ammonito oggi a Ginevra il vice-direttore generale dell’Oms Keiji Fukuda. Anche se un’epidemia è evitabile è il momento per i Paesi di prepararsi ad affrontarla, ha insistito.
Il totale dei casi di influenza da suini ufficialemte notificati all’Oms e confermati in laboratorio è salito dai 73 di ieri a 79 in 6 Paesi, contro i 4 di ieri. Secondo i criteri usati dall’Oms, il Paese con il più alto numero sono gli Stati Uniti con 40 casi segnalati (come ieri), seguiti dal Messico (26 come ieri), il Canada ( sempre a 6), la Spagna con due casi (+1 rispetto a ieri), due nel Regno Unito (+2) e tre in Nuova Zelanda (+ 3). I decessi confermati dovuti al nuovo virus sono 7, tutti in Messico.
Fukuda ha ribadito che i Paesi devono preparsi adesso: è necessario anticipare i bisogni ed in particolare quelli dei Paei poveri ed invia di sviluppo che non dispongono delle risorse necesarie che rischinao di essere colpiti in modo sproporzionato, ha detto Fukuda. L’esperto non ha escluso che il mondo possa sfuggire ad un virus cattivo. È possible che un’eventuale epidemia sia lieve – ha detto – ma è troppo presto per pronunciarsi e per ora la migliorare cosa da fare è di mantenere alto il monitoraggio. L’infuenza non si può prevedere, ha detto ricordando che la pandemia del 1918 era cominciata in modo lieve.
Sulla diffusione del virus, l’esperto ha sottolineato che i nuovi casi segnalati nel Regno Unito e in Nuova Zelanda riguardano viaggiatori ed è un punto importante per valutare un eventuale aumento della fase di allerta. Un passagio al livello di allerta 5 – livello che segnala una pandemia "imminente" – è infatti deciso se si accerta che le infezioni non sono solo importate dall’estero, ma che l’infezione è stabilita nella popolazione di 2un numero di diversi Paesi", ha spiegato Fukuda.
Ad oggi, anche se il virus ha raggiunto il Regno Unito e la Nuova Zelanda, questo non significa che il virus sia "stabilito2 in questi Paesi. Sul nome dell’influenza – che l’Ue non chiama più influenaza da suini ma nuova influenza – Fukuda ha affermato che l’Oms non intende cambiarlo. "Speriamo – ha detto – che l’introduzione di nuovi nomi non introduca confusione".