Onida: “Bastano 10 giorni, non enfatizzare il ruolo dei Saggi”

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Onida: “Bastano 10 giorni, non enfatizzare il ruolo dei Saggi”

01 Aprile 2013

Un abbottonatissimo Valerio Onida partecipa a Otto e Mezzo mettendo in guardia gli italiani dal non farsi troppe illusioni sulla missione dei saggi scelti dal presidente della Repubblica per traghettare il Paese verso il nuovo governo.

Dopo l’accelerazione impressa in giornata dal segretario del Pdl, Alfano, che si augura che i saggi conferiscano il prima possibile con Napolitano una volta trovata la eventuale piattaforma di proposta comune, il costituzionalista Onida spegne ogni entusiasmo in un bagno di realismo.

Il ruolo del gruppo ristretto indicato da Napolitano è semplicemente "ricognitivo", come lo aveva definito il Quirinale stesso. "Il nostro compito non va enfatizzato, Napolitano non ha creato un organismo che esprima degli equilibri o delle rappresentanze".

Se mai, il professore ripete più volte il concetto, è una "forma di garanzia" nella ricerca di "possibili convergenze" tra le forze politiche.

Per Onida è comunque prioritaria la riforma della legge elettorale, considerando che la fragilità delle legislature prodotte dal Porcellum è sotto gli occhi di tutti ("l’attuale premio di maggioranza è un difetto fondamentale" della legge esistente), ma, forse più importante, il professore giudica "singolare" che si possa procedere per decreto a un ritorno al "Mattarellum".

"Devono essere i partiti a fare la riforma della legge elettorale", dice. Sui tempi contingentati chiesti dal Pdl Onida non ha dubbi, sono "ragionevolissimi", visto che saranno proprio i partiti a modificare eventualmente il Porcellum oltre che a dover formare il nuovo governo.

"Non si può mettere il parlamento sotto tutela", "non siamo badanti della democrazia, se mai baby sitter", conclude ironicamente.

Da sottolineare almeno altri due interventi del professore in trasmissione. Il primo, quando tra gli esempi di altri temi che il gruppo ristretto di saggi potrebbe affrontare, Onida cita la ineleggibilità giudicando "superata" la legge attuale e chiedendo un "giudice terzo".

Il secondo, quando, alla domanda se è preoccupato dalla riapertura dei mercati domattina, risponde che non solo dei mercati bisogna preoccuparsi, ma di "problemi veri" come il lavoro, la disoccupazione, l’aumento delle povertà.