Onu “condanna con forza” l’offensiva di Israele a Gaza

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Onu “condanna con forza” l’offensiva di Israele a Gaza

12 Gennaio 2009

Sarebbe ipocrita dire che non ce l’aspettavamo tra capo e collo da un momento all’altro. Oggi è finalmente arrivata: l’ennesima condanna per violazione dei diritti umani a Gaza attribuita all’esercito israeliano e partorita dalla Commissione diritti umani dell’Onu. Quella  presieduta pro tempore dalla High Commissioner for Human Rights, South African Navanethem Pillay, con rapporteur quel Richard Falk che appartiene alla "categoria dello spirito" degli ebrei che non potendo diventare antisemiti si limitano a odiare Israele. Nella risoluzione non si fa neppure cenno ad Hamas né tantomeno al lancio continuo di razzi Kassam e Grad sulle città di confine israeliane. In compenso si esprime una "forte" condanna dell’operazione militare israeliana a Gaza, denunciando le "massicce" violazioni commesse ai danni dei palestinesi.

A favore  della risoluzione – con la quale si è deciso anche di inviare una missione d’inchiesta indipendente per indagare su tutte le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale contro il popolo  palestinese – hanno votato 33 Paesi asiatici, arabi e latinoamericani. 13 Paesi europei – tra cui l’Italia – si sono astenuti, mentre il Canada è stato l’unico Paese ad aver votato contro la Commissione dei diritti umani dell’Onu che, come si vede, continua a restare in mano alle dittature asiatiche, comuniste e islamiche e "non perde occasione di perdere un’occasione" (per citare Golda Meir) per condannare Israele, mentre dimentica tutte le altre, vere, violazioni dei diritti umani che d’altronde proprio nei Paesi che la compongono sono all’ordine del giorno.

Stupiscono anche la codarda posizione dell’Europa e certe ambiguità della politica italiana. Quest’ultima poi sembra avere due linee diplomatiche distinte: una, fino a ieri ottima, quella incarnata dal ministro Frattini che ha detto che Hamas non rappresenta un bel niente, tantomeno un secondo stato palestinese; l’altra rappresentata dai funzionari all’Onu che si accodano come pecore al resto dell’Europa con il loro penoso politically correct. E che non osano votare contro le mozioni anti israeliane, e spesso antisemite, suggerite dagli stati arabi all’interno della Commissione diritti umani.

La circostanza è ancora più grave visto che la notizia viene fuori in coincidenza con la constatazione di nuove scritte antisemite che ormai devastano la città di Roma. Scritte che, in un rinnovato patto von Ribbentrop-Molotov, suscitano l’entusiasmo del compagno trotzkista Marco Ferrando che rivendica ogni gesto di rivolta palestinese contro beni ebraici e interessi israeliani nel mondo. Quindi anche le scritte sui negozi del ghetto e degli ebrei a Roma, pare di capire. Purchè fatte da palestinesi. Insomma una svastica, purchè con la kefiah, diventa simbolo di rivolta, non di adesione a ideali nazionalsocialisti, che peraltro per i paesi arabi non sarebbero affatto una novità.