Opel. Ultima corsa per l’acquisizione: stesse chances per Fiat e Magna

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Opel. Ultima corsa per l’acquisizione: stesse chances per Fiat e Magna

28 Maggio 2009

Nella corsa all’acquisizione della Opel sono rimaste solo la Fiat e il gruppo Magna. Lo afferma l’agenzia stampa tedesca Dpa. "I due gruppi, avrebbero dichiarato fonti del governo tedesco, hanno le medesime possibilità di acquisire la casa tedesca".

Il summit è terminato verso le 4:30 del mattino, circa 12 ore dopo l’arrivo della prima delegazione. Solo a quel punto, un gruppo di funzionari e ministri guidato dal titolare dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg è arrivato davanti ai cancelli per illustrare brevemente l’esito della lunga notte.

Solo la Fiat e Magna quindi potranno presentare le loro offerte rielaborate per l’acquisizione della Opel. I pretendenti di Opel "devono lavorare ulteriormente sui rispettivi piani per acquisire il gruppo", ha detto il ministro dell’Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg uscendo dal vertice a Berlino. Guttenberg – riferisce l’agenzia Bloomberg – ha aggiunto che "i negoziati fra le parti ripartiranno e che il governo spera trovare una soluzione entro venerdì".

Ma il ministro Guttenberg tiene a ricordare che tra le possibilità rimane anche lo scenario di una insolvenza di Opel. "Ieri ci siamo confrontati una volta di più con nuovi dati", ha spiegato Guttenberg, sottolineando che, "soprattutto la General Motors, ci ha presentato delle sorprese".

L’Opel cerca però di guadagnare tempo. Una delle conclusioni di "questa notte – ha aggiunto – è che abbiamo ancora bisogno di ulteriori verifiche". Verifiche che dovrà fare non solo il governo tedesco, "ma soprattutto gli investitori, che devono rielaborare le loro proposte", ha osservato il ministro. Berlino, ha detto Guttenberg, ha "presentato ulteriori richieste al Tesoro americano e attendiamo entro venerdì delle risposte". Queste risposte, ha sottolineato, "sono indispensabili per elaborare un piano" per il futuro della Opel.

"Speriamo di arrivare entro venerdì a una soluzione che offra una prospettiva – ha concluso -. Non abbiamo ancora le certezze per poter mettere in piedi un finanziamento ponte poiché aspettiamo queste garanzie dal Tesoro Usa e dagli investitori".

Ma l’amministratore delegato del Lingotto non sembra molto ottimista. Secondo le fonti, al termine del vertice, Sergio Marchionne sarebbe uscito dalla cancelleria "visibilmente teso e infastidito", senza fermarsi per rispondere alle domande dei cronisti che lo aspettavano all’uscita.