Operazione “Labirinto” a Roma, ancora tangenti e corruzione

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Operazione “Labirinto” a Roma, ancora tangenti e corruzione

04 Luglio 2016

Si chiama “Labirinto” la nuova inchiesta per corruzione e tangenti a Roma. Indagati parlamentari e politici, arrestati per corruzione aggravata anche due impiegati della agenzia delle entrate. L’inchiesta viene portata avanti dalla procura guidata da Giuseppe Pignatone e dalla guardia di finanza. 24 gli ordini di custodia cautelare, notificati in carcere e ai domiciliari,
centinaia di perquisizioni della finanza in tutta Italia ma con centro a Roma. Sequestrati oltre 1,2 milioni di euro tra immobili conti correnti e quote in società degli indagati. In totale 50 tra arresti e indagati.

Tutti accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Tra gli indagati figurano anche un parlamentare di Ap (Ncd-Udc), Antonio Marotta, e l’ex sottosegretario all’Istruzione nel governo Berlusconi, Giuseppe Pizza. Già deputato nella passata legislatura con l’Udc, Marotta è stato eletto nel 2013 nelle liste di Forza Italia-Pdl, da dove poi nel giugno 2015 è passato a Area Popolare. E’ stato anche consigliere laico del Consiglio superiore della magistratura.

Nei confronti di Marotta la Procura di Roma aveva chiesto una misura cautelare, negata dal gip Maria Giuseppina Guglielmi. “Conosco l’onorevole Marotta e so che è una persona seria e per bene” ha detto il capogruppo di ncd alla Camera, Maurizio Lupi. “Come tale mi sembra assolutamente irrealistico che possa essere coinvolto in una storia di corruzione e riciclaggio”. “Lui dice che pensa di essere stato oggetto di un equivoco e di esserne fuori al cento per cento. Sono certo che presto questa estraneità gli verrà riconosciuta.
Credo che a tal proposito sia significativo che, di fronte alla richiesta di arresto avanzata dai pm, il gip abbia escluso alcuni fatti a lui contestati, facendo cadere i presupposti per applicare la misura detentiva”, sottolinea Lupi.

Nel mirino degli investigatori Giuseppe Pizza, segretario della nuova Democrazia Cristiana, accusato di riciclaggio: tra gli appalti oggetto di accertamento quello per il call center Inps-Inail, appalto regolare secondo gli investigatori che invece hanno ravvisato condotte illecite, nella gestione dello stesso, dell’appaltatore e del subappaltatore. In carcere è finito invece Raffaele Pizza, ritenuto “figura centrale” del sistema finito nel mirino della guardia di finanza. Tra gli arrestati anche due dipendenti infedeli dell’Agenzia delle Entrate di Roma, individuati in collaborazione con gli organi ispettivi interni della stessa Agenzia: avrebbero aiutato ad “ammorbidire” eventuali controlli fiscali e agevolare le pratiche di
rimborso delle imposte.