
Ora alla Boldrini non vanno bene nemmeno i componenti delle authorities (scelti anche dal suo partito)

16 Luglio 2020
Nella giornata di ieri, come ben spiegato da Il Sole 24 Ore, la Camera ha eletto Antonello Giacomelli ed Enrico Mandelli come componenti dell’Autorità per le Comunicazioni e Guido Scorza e Ginevra Cerrina Feroni componenti del Garante della Privacy. Il Senato, invece, ha eletto per l’Agcom la dirigente del Mise Laura Aria e la sociologa Elisa Giomi, mentre per il Garante Privacy sono stati eletti il giornalista Agostino Ghiglia e il giurista Pasquale Stanzione.
Sembra che il tutto si sia svolto in un clima sereno. Sembra appunto, perché, nemmeno in questo caso, si è riusciti completamente a sfuggire alle polemiche: ad esempio, Laura Boldrini, mediante il suo profilo Twitter, ci ha tenuto a far sapere che “Se alla Camera i designati saranno solo uomini, benché qualificati, io non voterò. Sarebbe inconcepibile non tenere in conto le tante professioniste competenti presenti nel Paese”. Secondo La Repubblica, inoltre, Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche, insieme alla presidente del Partito Democratico Valentina Cuppi, ha scritto una vibrata lettera ai presidenti di Camera e Senato e a tutti i capigruppo di maggioranza per chiedergli di farsi garanti di quella che ha chiamato “democrazia paritaria”.
Siamo, quindi, alle solite: c’è una parte politica che fa delle “quote rosa” e della parità di genere il suo cavallo di battaglia, il che potrebbe anche essere condivisibile. Il problema, semmai, sta nel fatto che queste battaglie vengono combattute con tanta veemenza solo quando si tratta di occupare posti di altissimo livello, come questi dei quali si è detto sopra. Quando, invece, si tratta di fare qualcosa di concreto per le lavoratrici o le madri di famiglia, soprattutto in questo periodo così critico, purtroppo, occorre sottolinearlo, non c’è lo stesso fervore.
Ad ogni modo, è bene ricordare a Boldrini e “comparesse” – i lettori perdoneranno l’orrore – che i componenti delle authorities non dovrebbero essere selezionati in base al genere, ma in base alla competenza effettiva, dimostrata in un determinato settore nel corso della propria esperienza lavorativa e della propria carriera. In secondo luogo, le donne non sono una specie in via di estinzione da tutelare con quote speciali – cosiddette “rosa” – a loro riservate, perché se questo da una parte denota la volontà di inserirle ai vertici delle istituzioni, dall’altra sottende, sebbene in modo velato, il fatto che esse potrebbero non essere in grado di arrivarvi lo stesso, senza l’esistenza di questa sottospecie di corsia preferenziale.