
Ora la Murgia attacca pure Battiato

06 Aprile 2020
“Com’è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti attorno fanno rumore”, cantava così Battiato nel lucente 1987, cogliendo nella sua iconica Bandiera Bianca quei cambiamenti sociali che l’Italia e il mondo stavano per affrontare.
E lo fece ancor prima che l’elegante struttura della Prima Repubblica potesse rompersi su se stessa, rivestendo il ruolo di un veggente senza tempo che racconta la realtà con la sua arte.
Battiato non è un cantante, sarebbe ingiusto ridurlo ad un mestiere che, visti i tempi, potrebbe ricoprire chiunque.
No, Franco Battiato è un filosofo, lo è sempre stato nella sua musica e nella capacità metafisica di interpretare il mondo e raccontarlo attraverso la sua voce.
Sicché, per certi versi, di fronte a tutto ciò le parole della Murgia perlomeno destano scalpore. Forse non ne intuisce la bellezza? Difficile pensare una cosa del genere. Eppure non si riesce a comprendere il perché della sua uscita. Ma andiamo con ordine. Da dove nasce la polemica?
Durante una delle sue trasmissioni online su youtube, Michela Murgia sostiene convintamente la sua posizione: “Battiato è considerato un autore intellettuale e invece ti vai a fare l’analisi dei suoi testi e sono delle minchiate assolute. Citazioni su citazioni e nessun significato reale. Tolti due testi, forse.”
Ora ci asteniamo dal dare giudizi sulle trasmissioni e sulle uscite della Murgia. Non ne abbiamo bisogno. Tuttavia una cosa possiamo dirla in libertà: forse definire “minchiate” quelle che dalla maggior parte vengono definite poesie è un po’ troppo.
Franco Battiato, a giudizio di chi scrive, ha ancora molto da dire. La profondità dei suoi testi – al contrario di come sostiene la scrittrice sarda – sono una guida spirituale che va oltre religioni e ideologie, il non accontentarsi delle piccole gioie quotidiane che porta l’uomo a volersi migliorare sempre, giorno per giorno. Tutta questa bellezza non avrà mai fine. Con buona pace della Murgia…