Ora sì che siamo pronti al Giubileo!
29 Settembre 2015
di Andrea Spiri
Ebbene sì, gli è riuscito pure questo capolavoro. Ignazio Marino ha trascinato nelle polemiche legate all’ennesima sua trasferta negli States nientemeno che il Vaticano. Ed è dovuto intervenire il Santo Padre per sconfessare l’incauto primo cittadino di Roma, che aveva annunciato urbi et orbi di trovarsi a Philadelphia proprio su desiderio delle gerarchie ecclesiastiche.
Niente affatto, ha chiosato Papa Francesco al termine della sua visita oltreoceano: «Non l’ho invitato io, chiaro? Lui si professa cattolico ed è venuto spontaneamente».
Considerando già di per sé improprio l’aver mischiato il sacro al profano, preferiremmo non dire una parola in più su questo nuovo scivolone dell’allegro chirurgo. Ma sia consentito sottolineare un aspetto che a nostro avviso colpisce più di ogni altro. L’enfasi con la quale gli ambienti vaticani hanno trattato la vicenda (anche l’Osservatore Romano ieri ha titolato "Il Papa ha smentito categoricamente di aver invitato Marino") lascerebbe presupporre di quanto poco credito goda il Sindaco oltre Tevere e di come crescano ogni giorno di più le preoccupazioni per l’ormai imminente Anno Santo straordinario.
La porta della Basilica di San Pietro si aprirà esattamente tra settanta giorni, ma la città è un colabrodo, abbandonata a se stessa, difficilmente i lavori in cantiere saranno ultimati in tempo utile per accogliere milioni di pellegrini.
Può darsi dunque che, dinanzi alla sempre più realistica prospettiva che il Papa debba organizzarsi da solo il Giubileo, la diplomazia vaticana abbia voluto far filtrare il proprio disappunto.
Quanto al profano, restano da chiarire i dettagli "tecnici" dell’ultima trasferta americana del Sindaco. A "costo zero" come hanno subito spiegato in Campidoglio, oppure a carico dei cittadini romani? In un primo momento gli uffici del Sindaco avevano fatto sapere che erano state pagate le spese di viaggio e soggiorno solo per due dei quattro componenti della delegazione comunale. Sindaco e addetta stampa risultavano ospiti della città di Philadelphia.
Oggi, però, è arrivata la secca smentita del portavoce dell’amministrazione della città statunitense: «La municipalità di Philadelphia non ha sostenuto alcuna spesa, può darsi che Marino abbia beneficiato dell’ospitalità di qualche suo amico».
Il tempo che la notizia si diffonda ed ecco la nuova versione: sarà l’Università americana a provvedere al rimborso dei biglietti. Già fatturati, comunque, al Campidoglio. E dunque, bene ha fatto il consigliere comunale Roberto Cantiani a richiedere l’accesso agli atti per andare a fondo di questa vicenda.
In questa babele di affermazioni e smentite, l’unica cosa certa è che a farne le spese sono comunque solo e sempre i contribuenti romani, ormai stufi di un Sindaco che in questi mesi ha dato prova della sua totale incapacità a governare una città importante come la Capitale.
L’ultimo samurai rimasto si chiama Matteo Orfini, autentico regista di un’operazione suicida quale è appunto la difesa a spada tratta di Ignazio Marino: «Esagerazione su qualunque cosa lo riguardi», è il suo grido di battaglia! Sia chiaro, non ci crede neppure lui ma ci ha messo la faccia e non può perdere la partita. Sarebbe un macigno troppo grosso posto sulla strada delle sue ambizioni di scalata nel PD.
E certo vien da ridere al pensiero che una parte del Partito Democratico si rifiutò tempo addietro di dare il benservito all’attuale primo cittadino, evocando scenari da incubo in caso di elezioni anticipate. Oggi, però, a fronte dei disastri quotidiani, l’allora paventata vittoria pentastellata rischia di non apparire poi così remota.
A Roma, intanto, crolla un pezzo del controsoffitto nella stazione metro di Piazza di Spagna, i vagoni restano fermi per otto ore, cittadini e turisti si infuriano. L’assessore ai trasporti, Stefano Esposito, si affida alla fortuna. Non c’è che dire: siamo pronti per il Giubileo!