Orban contestato, chiude il giornale dell’opposizione in Ungheria

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Orban contestato, chiude il giornale dell’opposizione in Ungheria

24 Ottobre 2016

Domenica migliaia di persone hanno protestato in piazza in Ungheria contestando il premier Orban, contro la corruzione del governo e chiedendo che venga preservata la libertà di stampa. La manifestazione è stata organizzata da gruppi civici e della opposizione, dopo la chiusura di uno dei giornali più popolari del Paese, Nepszabadsag. Secondo i giornalisti della testata, il governo di Viktor Orban è il primo, dopo la fine del comunismo nel 1990, a “non tollerare critiche su alcuna questione”. 

Secondo fonti del partito del premier, Fidesz, la chiusura del giornale però ha motivazioni esclusivamente finanziare. L’ufficio stampa del partito se la prende quindi con la leadership socialista che avrebbe mostrato la sua “incompetenza” portando alla chiusura del giornale. La situazione della libertà di stampa in Ungheria si è modificata negli ultimi anni, con molte delle pubblicazioni del Paese, giornali, radio e tv, che sono passate sotto il controllo del Governo. 

La notizia del quotidiano liberale Nepszabadsag, considerato la più autorevole voce critica del governo Orban, è stata data all’improvviso dall’editore, che ha annunciato che il quotidiano non uscirà più e che giornalisti e collaboratori sono stati licenziati. L’editore, la società Mediaworks, filiale di un’impresa austriaca, Vienna Capital Partners (CVP) in una nota ha parlato di perdite permanenti del giornale, annunciando che intende sospendere la pubblicazione del Nepszabadsag fino all’elaborazione un “nuovo modello economico” per risanare i conti. 

Secondo voci, però, il proprietario austriaco avrebbe venduto la filiale ungherese ad un oligarca vicino al premier Viktor Orban. L’editore ha smentito, ma il colpo di mano di stamane sembra essere una conferma della notizia. La  soppressione del giornale rappresenta un’ulteriore spallata alla libertà di stampa in Ungheria. L’Unione europea si è detta “molto preoccupata” per la chiusura di, Nepszabadsag. I partiti di opposizione e diversi membri della redazione hanno accusato il partito Fidesz del primo ministro Viktor Orban di tentare di soffocare i media che non sostengono la linea del governo. 

L’annuncio della sospensione del giornale è arrivata pochi giorni dopo la pubblicazione di un articolo sulle accuse di corruzione nei confronti di due figure vicine a Orban. “La Commissione è a conoscenza della sospensione e preoccupata dallo stop della pubblicazione del quotidiano ungherese Nepszabadsag“, ha dichiarato Margaritis Schinas, portavoce della Commissione. “Sono stati avanzati dubbi sulle ragioni della sospensione. Stiamo seguendo molto da vicino, siamo molto preoccupati”, ha aggiunto sottolineando che la libertà dei media e la tutela dei giornalisti “sono alla base di una società libera e democratica”. 

La Commissione, però, ha aggiunto di avere poteri limitati in questo ambito. “Le competenze dell’Unione nel campo della libertà e del pluralismo dei media sono limitate”, ha aggiunto la portavoce Nathalie Vandystadt. Fidesz, il partito di Orban, ha definito la sospensione una “decisione economica razionale, non politica”, ma molti attivisti, giornalisti e partiti d’opposizione hanno denunciato la strategia del governo di voler togliere ossigeno ai media non allineati. 

Circa 2.000 persone si sono riunite ieri a Budapest per esprimere solidarietà ai giornalisti del quotidiano. Creato sessant’anni fa, Nepszabadsag – il cui nome significa “uomini liberi” – è il principale quotidiano d’opposizione. Benché il più diffuso in Ungheria, ha visto la sua tiratura crollare del 74% in 10 anni, con perdite arrivate a circa 5 miliardi di fiorini (16,4 milioni di euro).