Orban: “Giusto chiudere confini”, Europa rischia effetto domino
21 Febbraio 2016
di redazione
"La chiusura dei confini è giusta", non usa mezzi termini il primo ministro ungherese Viktor Orban. All’indomani di un Consiglio Ue, sostanzialmente irrilevante sul fronte dell’emergenza migrazione, il ministro ungherese minaccia la tenuta del Trattato di Schengen.
C’è tanta attesa per il vertice Ue dei primi di marzo con la Turchia. Bruxelles tiene gli occhi bene aperti per quando si cercherà di accelerare, di nuovo, con Ankara, il dibattito sui flussi. Ma nel frattempo le esigenze e i problemi dei paesi dell’Unione si fanno sempre più ingerenti al punto che ora in Europa sembra essersi creato un vero e proprio "effetto domino" sul ripristino dei controlli alle frontiere interne.
"Noi – incalza Orban – continueremo a tenere chiusi i nostri confini con Serbia e Croazia e se necessario chiuderemo anche quello con la Romania". Venerdì, l’agenzia austriaca Apa, annunciava che l’Ungheria avrebbe chiuso anche i suoi tre passaggi di frontiera ferroviari con la Croazia. Ma la notizia è stata oggi smentita all’ANSA dal governo di Budapest. "Non vi e’ stata alcuna misura e disposizione del genere", ha detto l’ufficio stampa del ministero dell’interno.
Nell’immediato, le decisioni prese dall’Austria, hanno messo tanti paesi europei, stremati dai flussi ingenti di migranti, davanti a scelte drastiche. Ma quanto annunciato da Vienna non riesce ad essere accettato soprattutto nel nord est dell’Italia. Il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, a Trieste, cerca di rassicurare. Se la decisione dell’Austria di limitare gli accessi di migranti dovesse favorire il flusso verso l’Italia, afferma Pansa, "siamo pronti a gestirlo e ad affrontarlo".
Meno rassicuranti le parole di Domenico Manzione, sottosegretario con la delega all’immigrazione: "L’ipotesi prospettata dall’Austria di un cosiddetto Muro del Brennero farebbe diventare l’Italia un sacco nel cuore dell’Europa. La rotta balcanica – spiega Manzione a ‘Il Mattino’ – si trasformerebbe, via mare e via terra, in una rotta adriatica, tutta italiana. È concreto il rischio di avere alla nostra frontiera del nord est una Lampedusa del Nord, ultimo approdo della disperazione che non arriva dal Mediterraneo".
Sabato, al Brennero c’è stata un protesta animata da partiti, sindacati, associazioni, che inscenava un muro umano proprio sul valico per opporsi alla costruzione di una barriera tra Austria e Italia. Non un’azione contro Vienna, hanno sottolineato i promotori, ma per dire un "no" deciso ai muri, che sono il sintomo dell’assenza di una politica europea, dal loro punto di vista.