Ottocento aziende sfidano la crisi sotto il segno di Confindustria Gran Sasso
20 Giugno 2012
Un polo industriale nuovo di zecca, per avvicinare due territori. Perché in tempi di crisi, come questo, è importante unire e non disperdere le energie. Lo devono aver pensato i vertici di Confindustria dell’Aquila e di Teramo. Per questo si sono rimboccati le maniche e hanno deciso di agire. E l’azione li ha portati alla decisione di far nascere un polo industriale che unisse, appunto, i due territori. E a smentire ipotetiche voci su divisioni serpeggianti all’interno di Confindustria Abruzzo, ecco la presenza anche di Paolo Primavera., vicepresidente di Confindustria Abruzzo.
Unire, quindi, nel segno della valorizzazione delle eccellenze, delle vocazioni territoriali e del ruolo ritrovato affidato all’Università. Un progetto che ripercorre il disegno politico della Regione che pur avendo scelto L’Aquila come capoluogo non ha mai smesso di strizzare l’occhio all’area metropolitana Chieti Pescara. E così, Confindustria L’Aquila e Teramo hanno dato vita ad una “creatura” che con 800 aziende associate e 25 mila addetti riesca a tenere testa non solo alla crisi economica ma anche al polo “concorrente”, appunto, Chieti-Pescara. E questa “creatura” ha un nome: si chiamerà Confindustria Gran Sasso e vede come protagonisti il presidente degli industriali aquilani, Spinosa Pingue e il collega teramano, Salvatore Di Paolo.
La presentazione è avvenuta in un luogo simbolo: i Laboratori nazionali del Gran Sasso ad Assergi. “Non si tratta di una fusione – ha sottolineato Di Paolo – ma di mettere insieme le eccellenze, diventando così più competitivi e offrendo servizi alle imprese a costi più competitivi”. Conferma il suo collega aquilano: “Prima di chiedere ad altri – dice Fabio Spinosa Pingue – abbiamo deciso di unirci per avere maggiori opportunità di crescita”. Paolo Primavera, ha rivolto un appello per una collaborazione “contaminante” tra il mondo della ricerca e quello dell’impresa. Tra le considerazioni espresse dai due presidenti c’è che “per crescere bisogna essere disposti a perdere qualcosa”, solo così si riuscirà “a costruire territori competitivi. Bisogna essere, ancora di più, virtuosi e tonici e data la similarità e complementarietà dei due sistemi economici (L’Aquila e Teramo) si riuscirà a superare i localismi”.
In particolare, la sinergia permetterà uno scambio di servizi eccellenti tra le due associazioni: Teramo metterà a disposizione i suoi punti di forza, ovvero il settore ambiente, qualità e sicurezza, e L’Aquila risponderà con le sue competenze nel campo fiscale, legale e societario.
Un’unione di forze tra i due sistemi industriali, simili e complementari, che guarda anche a modelli europei importanti. “Francoforte – ha affermato Spinosa – è passata negli ultimi anni da 500 mila a due milioni di abitanti, inglobando i Comuni vicini. Bisogna pensare anche nel nostro territorio a strategie nuove”.
Ma le sinergie virtuose intorno a questo progetto non finiscono qui. L’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, ha sottolineato l’importanza di riaprire il dibattito sulla cooperazione tra l’ateneo aquilano e quello teramano. Ed è subito arrivata la risposta del rettore dell’Università dell’Aquila, Ferdinando di Orio: “Ho lanciato il tema della federazione un anno e mezzo fa. Dietro questa idea c’era un disegno più ampio, quello di un ‘corridoio della conoscenza’ che dalla Marsica passasse per L’Aquila e arrivasse a Teramo. Pochissimi, purtroppo, apprezzarono la mia proposta, temendo una colonizzazione dell’ateneo teramano da parte di quello aquilano. Mi auguro invece che la Regione faccia questa scelta”.