P3. Dell’Utri non risponde ai giudici: “Dopo Palermo ho imparato la lezione”
27 Luglio 2010
di redazione
Il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri si è avvalso della facoltà di non rispondere ai magistrati romani che lo hanno messo sotto inchiesta nell’ambito della vicenda della cosiddetta P3. "A Palermo 15 anni fa – ha detto dell’Utri – ho parlato 17 ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base della mie dichiarazioni. Ho imparato da allora a stare zitto.".
"È una mia regola fissa", ha spiegato il senatore uscendo dall’ufficio del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo che lo interrogava come indagato nell’inchiesta riguardante la costituzione in violazione della legge Anselmi di una società segreta. "Non avendo parlato con i procuratori non mi sembra il caso di farlo con la stampa. È una regola fondamentale per chi è indagato, la consiglio a tutti", ha poi aggiunto Dell’Utri.
Nei giorni scorsi il senatore del Pdl aveva ricevuto un invito a comparire dalla Procura di Roma. Lunedì era toccato invece al coordinatore del Pdl Denis Verdini.
Intanto il plenum del Csm ha deciso all’unanimità, con la sola astensione del vicepresidente Nicola Mancino, il trasferimento d’ufficio a Napoli, per incompatibilità ambientale, del presidente della Corte d’Appello di Salerno Umberto Marconi, coinvolto nell’inchiesta sulla P3.
Lunedì la terza Commissione di Palazzo dei Marescialli aveva accettato la richiesta dello stesso Marconi di essere trasferito a Napoli. Dunque il magistrato ricoprirà le funzioni di consigliere presso la Corte d’appello partenopea. Marconi, coinvolto nell’inchiesta per la presunta attività di dossieraggio ai danni del presidente della Campania Stefano Caldoro, aveva inviato alla terza commissione la richiesta di trasferirlo subito presso la Corte d’appello napoletana, pur ricordando la sua "estraneità ai fatti", e parlando di una "macchinazione peraltro grossolana" che aveva infangato la sua persona e denunciata tra l’altro alla stampa. Marconi parlava anche di un "complotto che affonda le sue radici in altre vicende, connesse alla mia ben nota trentennale milizia associativa (Anm)".
Infine l’ex presidente della Corte d’appello di Salerno chiedeva una convocazione da parte della terza commissione per spiegare meglio le sue ragioni, ma la stessa commissione ha ritenuto di doversi procedere subito al trasferimento. Anche la prima commissione aveva avviato nei confronti di Marconi la pratica di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale.