P3. Verdini a Bankitalia: “Accuse insussistenti”
14 Agosto 2010
di redazione
Denis Verdini non ci sta. Il coordinatore del Pdl difende a spada tratta se stesso e la banca di cui era presidente, il Credito cooperativo fiorentino, dalle contestazioni degli ispettori di Bankitalia. E parla di accuse "insussistenti" e "polverone mediatico". All’attacco l’opposizione che chiede le dimissioni dell’esponente politico. Verdini definisce la delibera di Bankitalia "l’inizio di un provvedimento amministrativo al quale risponderò puntualmente e adeguatamente nei termini previsti dalla legge". Nega quindi il potenziale conflitto d’interessi messo in luce dagli ispettori.
"È fondato – spiega – su ipotesi errate di fatto e di diritto, la cui insussistenza sarà presto dimostrata, in quanto ho sempre operato nella massima trasparenza e nell’interesse della banca". Rileva inoltre, "in merito al nuovo polverone mediatico che si sta alzando e alle conseguenti strumentalizzazioni politiche, che nella delibera degli ispettori non c’è traccia alcuna delle infamanti ipotesi uscite sulla stampa nei mesi scorsi, tese a individuare nel Ccf un crocevia di tangenti e di malaffare".
Il coordinatore del Pdl ricorda infine che, "come ho già spiegato ai magistrati, da tempo non ho rapporti in società operative con l’imprenditore Riccardo Fusi, e i crediti erogati alla Btp sono sempre stati pienamente garantiti. Respingo dunque con fermezza sia le contestazioni sul conflitto d’interessi che quelle relative ad inesistenti operazioni anomale". Dure le reazioni dell’opposizione. Se quanto scrivono gli ispettori di Bankitalia sulla banca Ccf "dovesse trovare pieno riscontro – osserva Francesco Boccia (Pd) – ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo. È indispensabile che l’onorevole Verdini da un lato e dall’altro il ministro Tremonti, che ha seguito indirettamente le procedure della commissione di controllo con Bankitalia, spieghino cosa sia successo".
Per Gianclaudio Bressa (Pd), "il quadro che emerge dai riscontri degli ispettori di Bankitalia è molto pesante. Se confermato, Verdini deve trarne le inevitabili conseguenze politiche e dimettersi". Netto anche Antonio Borghesi (Idv), che parla di "una banca concepita come un possedimento personale, attraverso il quale espandere il proprio potere, nel disprezzo totale delle regole e delle leggi. Se dovessero emergere collegamenti tra i rilievi di Bankitalia ed operazioni finanziarie della cricca, saremo al peggio di ciò che può offrire il berlusconismo". Si schiera invece a difesa dell’ex presidente del Ccf il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. "Verdini – dice – è il parafulmine di tutte le operazioni di destabilizzazione in atto in queste settimane. Ancora una volta mostrerà la sua correttezza".