Pa, via libera a quattro decreti. Forestali accorpati con i carabinieri e uscita anticipata a carico delle aziende

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Pa, via libera a quattro decreti. Forestali accorpati con i carabinieri e uscita anticipata a carico delle aziende

29 Luglio 2016

E’ venuto il momento di “sanare un’ingiustizia” e il Governo è pronto a “mettere più denari” per i rinnovi contrattuali nella P.a, dopo “sette anni senza aumenti di stipendio“. Ad annunciarlo è il premier Matteo Renzi, al termine di un Consiglio dei ministri che ha approvato in via definitiva un nutrito ‘pacchetto’ di decreti attuativi della riforma Madia, tra cui anche lo ‘Sblocca opere’.

L’apertura di Renzi sui rinnovi dà forza a una trattativa appena iniziata: “deve aprire una stagione nuova nei rapporti con i dipendenti della pubblica amministrazione” annuncia e poi avverte: “sia chiaro che chi lavora in P.a deve essere premiato e chi fa il furbo va punito”. 

Cgil, Cisl e Uil hanno espresso soddisfazione per le parole del premier. Per esempio, secondo il segretario generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, arriva finalmente “una risposta alla rivendicazione dei lavoratori pubblici”. 

Sul fronte P.a. diventano legge, pertanto, “quattro” provvedimenti targati Madia. Dall’esperienza francese l’Italia riprende l’acceleratore di procedimenti, spiega Renzi. Quindi pratiche che oggi hanno scadenze fissate mediamente tra i 30 e i 180 giorni potranno ridursi a 15-90. In caso di inutile decorso del termine può scattare il potere sostitutivo del premier. L’iter sprint sarà riconosciuto solo a determinati progetti, la lista sarà messa a punto con un decreto del presidente del Consiglio, ogni anno allo scadere del 31 marzo. L’obiettivo è attrarre, e non perdere, investimenti. 

Diventa inoltre legge un altro provvedimento: il decreto che si propone di limitare la discrezionalità delle nomine dei manager delle Asl. Per la scelta dei medici si dovrà pescare da un elenco ad hoc. “Mai più la sanità in mano della politica peggiore”, sottolinea Renzi illustrando il provvedimento. Ecco alcune condizioni: il dg deve avere meno di 65 anni, possedere un’esperienza almeno quinquennale maturata nella sanità o settennale in altri settori, sia nel pubblico che nel privato, deve aver frequentato un corso di formazione ad hoc, essere incluso in un apposito elenco nazionale e soprattutto entro due anni deve centrare gli obiettivi prefissati dalla programmazione regionale, altrimenti va a casa. E chi decade per aver violato gli obblighi di trasparenza non potrà più entrare nell’elenco nazionale.

Tocca la meta anche un altro tassello della delega Madia: il riordino dei porti. Una nuova mappa degli scali, si passa “da 57 si passa a 15 autorità portuali” sottolinea il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio

Sul pacchetto previdenza da infilare nella prossima manovra di bilancio corre un’indiscrezione invisa alle aziende. A sorpresa il governo pensa di far pagare lo scivolo verso il pensionamento ai datori di lavoro rimuovendo la norma che obbliga a legare i contributi a filo doppio allo stipendio: quindi via libera a contributi aggiuntivi che favoriscono un’uscita anticipata con qualche soldo in più in pensione ma non in busta paga. 

Infine i forestali. Si scende da 5 a 4 forze di polizia, i forestali passeranno all’interno dell’arma dei carabinieri.