Padoan, con un timido entusiasmo rassicura: 0,2 % di crescita per le misure del governo

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Padoan, con un timido entusiasmo rassicura: 0,2 % di crescita per le misure del governo

08 Aprile 2016

Nelle ultime ore la diplomazia del governo, l’azione di convincimento di Bankitalia e l’improvvisa disponibilità della Vigilanza Ue stanno facilitando la predisposizione di un maxi-piano per le banche al centro del summit di due giorni fa: un fondo privato con 2,5 miliardi di dotazione iniziale per la cintura di sistema degli aumenti di capitale di Popolare di Vicenza e Veneto Banca da chiudere a stretto giro, e uno strumento da 3-5 miliardi destinato a rendere più leggeri i crediti in sofferenza delle banche. Renzi giorni fa ha detto: «Stiamo lavorando a una soluzione definitiva al problema delle banche italiane». E nel frattempo Padoan spinge perché vorrebbe chiudere a breve il progetto. 

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è infatti intervenuto al Salone del Risparmio a Milano e ha anticipato alcuni elementi contenuti nel Documento di economia e finanza (Def) che sarà pubblicato nei prossimi giorni: «Nel Def che verrà approvato nei prossimi giorni, abbiamo valutato l’impatto delle misure contenute nel pacchetto per la crescita. Le simulazioni indicano che l’insieme delle misure introdotte potranno generare una crescita aggiuntiva dello 0,2% del Pil, rispetto allo scenario base, e fino all’1% in più di Pil sul lungo periodo». È inoltre convinto che la ripresa passa attraverso le riforme e l’investimento: «Il governo è fortemente impegnato al sostegno delle imprese anche con un programma di finanza per la crescita». L’Italia sta guardando anche alle esperienze di Regno Unito e Francia nello studiare interventi di supporto al venture capital, la forma di investimento nelle aziende ai primi stadi di nascita e sviluppo.

Ad ogni modo ad ammorbidire la Bce è stata determinante l’opera di persuasione del vertice di Bankitalia, con Fabio Panetta (vice dg e membro del Supervisory board) accanto a Visco. Lo slittamento di due settimane allenta la pressione su Unicredit anche per il combinato disposto della costituzione del Fondo di Cdp, nel quale potrebbero intervenire alcune fondazioni, banche, assicurazioni, casse di previdenza. A lato ci sarebbe un veicolo con gli stessi soci con l’obiettivo di acquistare crediti dubbi.

In pratica, Intesa pone la condizione che il prezzo di vendita dei deteriorati sia più alto rispetto al benchmark fissato dalle quattro banche salvate. Nel veicolo dovrebbe entrare anche la Sga, già allertata dall’estate scorsa, in una delle versioni della bad bank sulle sofferenze. Pare inoltre che le ultime verifiche legali fatte sul contratto di garanzia con Vicenza non mettano completamente al riparo Unicredit da un’azione per danni.