Padoan difende Schengen ma la Ue ci lascia soli
03 Maggio 2016
La fine di Schengen e l’emergenza immigrazione per il ministro Pier Carlo Padoan sono anche peggio della crisi economica che minaccia l’Unione Europea, della crisi dell’euro, della guerra dei debiti sovrani, dell’emergenza greca e così via. Per Padoan è la mancanza di fiducia reciproca tra i Paesi membri il problema, sono le spinte nazionaliste e i nuovi muri che potrebbero compromettere il lavoro e gli sforzi verso un’unione sempre più politica che sono stati portati avanti per decenni.
Il ministro dell’Economia Padoan insomma dà una lezione di Europa ed europeismo su valori, principi e politiche, che dovrebbero tenere in piedi la periclitante Ue, gli “stati disuniti di Europa”, lo spirito del Trattato di Schengen. L’Europa sta vivendo “una situazione eccezionale in cui sta rischiando forse come non ha mai rischiato da quando è stata inventata”, dice Padoan. Il vecchio continente “è sempre in movimento” ma in questo momento storico ha di fronte delle sfide “particolarmente severe” che vanno dal rilancio dell’occupazione alla Brexit, dalla difesa della sicurezza interna ai rifugiati. L’emergenza immigrati è il problema più difficile da fronteggiare secondo il ministro.
L’ondata di immigrati in arrivo dalle coste dell’Africa e dal Medio Oriente rappresenta un cambiamento epocale, che può essere sfruttato in modo positivo, approfittando per esempio del ricambio generazionale e della nuova forza lavoro, ma che rischia invece – se gestito male – di incrinare la stessa costruzione europea. Con la questione rifugiati è infatti entrato in discussione il trattato di Schengen ed è questo l’elemento più pericoloso, addirittura “più pericoloso della crisi dell’euro di qualche anno fa”.
Viene da chiedersi però se il ministro Padoan ha contezza di quello che sta accadendo: Germania, Austria e Paesi del Nord Europa stanno curando i propri interessi, la rotta balcanica è stata chiusa, la Ue ha pagato la Turchia, e intanto gli sbarchi dei profughi e degli illegali continuano sulle coste italiane insieme ai salvataggi nel Mediterraneo. Di cambiare il regolamento di Dublino, come chiedeva il governo Renzi, in particolare il ministro Alfano, non se ne parla. Al massimo continueranno i ricollocamenti, che fino ad ora non hanno funzionato. Quindi continueremo ad accogliere chi arriva? Tanto più che adesso sarà più difficile, per i migranti che intendono raggiungere il Nord Europa, superare i confini italiani?
Se è questa l’Europa della solidarietà meglio ripensarla un attimo.