Padoan New York: Vedremo chi ha ragione, noi o Fmi
14 Aprile 2016
Padoan difende il progetto dell’integrazione europea dinanzi gli spettri di Brexit. Spettri che potrebbero generare una “frammentazione”. Il ministro, parlando davanti a una platea di studenti, docenti e personalità alla School of International Affairs della Columbia University, ha dato conto di un documento informale fatto circolare dal governo italiano per stimolare il dibattito sul progetto europeo.
Dal suo punto di vista l’incertezza, che frena gli investimenti, oggi riguarda questioni fondamentali: dal processo di integrazione europea agli impedimenti strutturali alla crescita nei singoli paesi, fino ai rischi geopolitici. L’incertezza non affligge solo i mercati, bensì in maniera ancora più preoccupante i cittadini stessi che vedono la disoccupazione, le pensioni messe in discussione e l’Europa vista come un problema.
Per Padoan, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, sarebbe cosa gravissima perché “potrebbe determinare un effetto domino, portando altre nazioni su questa strada”. Allo stesso modo sarebbe per il crollo del trattato di Schengen, che “minerebbe le basi stesse del progetto europeo”. Occorebbere, quindi, un maggior coordinamento a ogni livello e, così, pone la necessità di quello che definisce, tra virgolette, un “Ministro europeo delle Finanze”. Il ministro in questa figura vedrebbe aspetti positivi in due aree: la gestione della posizione fiscale aggregata e dei suoi aggiustamenti; e la capacità di affrontare sfide per il bene pubblico come quella dei migranti. Per la quale, ovviamente, sono richieste ingenti risorse.
Il ministro ha, poi, preso le distanze dal Fondo monetario internazionale: «Le loro stime sono diverse dalle nostre (+1,2% nel 2016, ndr), vedremo chi ha ragione. Ma le nostre hanno un tasso di errore molto basso». L’Italia sta “rafforzando il sistema bancario, potremmo assistere a volatilità ma stiamo andando nella giusta direzione”. Le riforme costituzionali, ha aggiunto, sono da parte loro un prossimo passaggio “epocale”.
E se il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime dell’Italia, Padoan replica così: “Sono stime diverse dalla nostre. Vedremo alla fine chi avrà ragione. Noi sulle previsioni abbiamo un tasso di errore molto basso”.