Padova. Giro di vite del Comune, multe e accorgimenti anti-clochard
05 Giugno 2010
di redazione
Vero e proprio giro di vite a carico dei clochard a Padova che, come molti Comuni, si è dotata di un’ordinanza contro l’accattonaggio, che proibisce di sostare o chiedere l’elemosina in zone ben definite della città. Da qualche tempo la Polizia Municipale, assieme alle altre forze dell’ordine, è impegnata in un capillare lavoro di controllo.
Recentissimo il caso di multe per violazione dell’ordinanza per occupazione abusiva di suolo pubblico a carico di alcuni barboni che dormivano nell’area di Piazzetta Conciapelli, zona dove per giunta risiede pure il sindaco, Flavio Zanonato: sei contravvenzioni da 50 euro elevate a cinque italiani ed uno straniero. Spesso le segnalazioni giungono dai condomini dei palazzi della zona tant’è che di recente alcuni residenti hanno richiesto di poter murare alcuni sfiati delle caldaie dei palazzi: numerosi barboni infatti si accampavano davanti alle bocche di lupo, ai piedi degli edifici, sfruttando i gas di risulta per scaldarsi. E il Comune ha acconsentito alla chiusra di queste aperture.
A spingere per il giro di vite anche una missiva di cittadini recentemente spedita all’attenzione dell’Assesore alla Polizia Municipale, Marco Carrai, che sottolineava come presenze di accattoni invasive avessero reso di fatto poco vivibile la zona: "Conosciamo bene il fenomeno – la spiegazione di Carrai – si tratta di alcune persone, di origine italiana, che scelgono di passare la notte nella piazzetta".
Ma non è tutto: un paio di settimane fa un blitz dei Vigili ha permesso di sanzionare per accatonaggio invasivo alcuni barboni, tutti provenienti da paesi dell’Est, che fingevano problemi fisici e che aggredivano, a parole oppure strattonando, chi non versava l’obolo. Mentre, al quarto piano del Policilinico della città, nell’ambito di un episodio di violenza tra due barboni (un marocchino che rapinò un povro senzatetto italiano), sul quale hanno indagato i Carabinieri, si era scoperto che nel locale caldaie, prontamente isolato, un gruppo di clochard trovava abitualmente rifugio. Per non parlare dei casolari, o della stazione dove di prassi stazionano i volontari con generi di conforto, ove disperati e calndestini cercano riparo sopratutto in inverno: l’ultimo eclatanate caso è quello di un rumeno trovato senza vita, su segnalazione di alcun compagni di sventura, lo scorso gennaio in un edificio abbandonato i zona Guizza.