Padre Bossi, è giallo sull’islamico tagliato a pezzi
19 Luglio 2007
di redazione
Ancora un macabro omicidio a sfondo religioso, collegato alla lotta al terrorismo nelle Filippine. Si è infatti scoperto il cadavere fatto a pezzi di un religioso musulmano, ucciso a Basilan, parte dell’arcipelago di Sulu.
Il corpo è stato rinvenuto ieri, ma la notizia è stata diffusa soltanto stamani. Secondo il ‘Mindanao Examiner’ l’uomo, del quale non sono state ancora fornite le generalità, sarebbe stato ucciso per aver fornito informazioni alle autorità filippine su Abu Sayyaf, il gruppo terroristico islamico che ha la sua roccaforte proprio a Sulu.
A riferire la notizia sono le agenzie di stampa italiane, ma per il momento, manca la conferma di quelle locali, come Misna o Asianews.
Quanto scoperto segue l’omicidio e la mutilazione – sempre a Basilan – di un altro religioso musulmano, Matarul Hakim Alkanul, ucciso dagli uomini di Abu Sayyaf, perché collaborava con le autorità per la liberazione di Padre Giancarlo Bossi, il missionario cattolico rapito ormai più di un mese fa. Non è ancora chiaro chi effettivamente sia il responsabile dei due macabri omicidi, perché il Moro Islamic Liberation Front (MILF), il più grande tra i gruppi ribelli attivi nelle Filippine, le imputerebbe all’esercito, che, invece, da parte sua, nega ogni responsabilità.
Secondo fonti non precisate la barbara esecuzione di Alkanu sarebbe stata infatti ciò che spronò, lo scorso 10 luglio,il MILF a decapitare dieci soldati. I soldati erano parte di un gruppo di 14 militari uccisi in uno scontro a fuoco con i ribelli islamici. Il MILF ha confermato lo scontro, annunciando la morte di 5 suoi uomini, ma ha negato di essere il responsabile della mutilazione dei soldati.