Padre Bossi,  le medicine non sono mai arrivate

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Padre Bossi, le medicine non sono mai arrivate

17 Luglio 2007

Tante e controverse le voci che si levano sul rapimento di Padre
Bossi. Da una parte,  la stampa filippina
continua a diffondere notizie che il Pime (pontifico istituto missioni estere)
quasi sempre smentisce, dall’altra il ministero degli esteri italiano lascia
cadere un’inquietante silenzio sulla vicenda. Così, a prendere la parola per
tutti e fare da referente a italiani e cattolici in genere, è  il Pime, che  in questi ultimi due giorni parla di “cauto
ottimismo”. Come ha dichiarato stamani padre Luciano Benedetti secondo cui ogni
momento  può essere buono per la
liberazione. A suo avviso possibile entro i prossimi quindici giorni. Ma a
rendere la situazione ancora più incerta c’è un’altra novità: nessuno sarebbe
mai venuto a prendere i farmaci per padre Bossi inviati dagli stessi missionari
qualche giorno fa.

Fatto sta che secondo il Pime la liberazione del missionario
rapito il 10 giugno nella provincia di Zamboanga potrebbe avvenire a momenti. Ma
quale momento?  Viene da chiedersi,
considerata la permanenza di Padre Giancarlo – ormai più di un mese – nelle mani
dei rapitori. Se, infatti, dal Pime si dicono lievemente ottimisti, si conferma
però il fatto che, sul piano concreto, ci sono “pochissime notizie e siamo in
una fase di silenzio”, come spiega ancora padre Benedetti. Il missionario infatti,
rende purtroppo noto che “la richiesta di inviare alcune medicine era solo una
richiesta localizzata: alcune persone hanno ritirato il pacco per portarlo a
Payo, dove Padre Bossi è stato sacerdote, ma poi nessuno è andato a prenderlo e
il pacco è rimasto là”.

Ma non è tutto: secondo il missionario, ci sarebbero  in circolazione “altre due foto, oltre alle 3
già visionate ma che noi ancora non abbiamo visto. Le uniche tre visionate –
aggiunge – sembrano vere e pensiamo siano state scattate verso metà-fine giugno
perché padre Giancarlo aveva la barba lunga e si presume che fosse già passato
qualche giorno dal rapimento”.

Impossibile negare quanto la vicenda si stia facendo ogni
giorno più complicata.  Sulla stampa estera
e filippina, in particolare, spuntano di tanto in tanto nuove attraenti notizie.
Notizie infondate, che dopo qualche ora vengono smentite. Insomma Padre Bossi,
per un verso, rischia di diventare un business per i giornali locali. Si attraggono
i lettori con false novità e le redazioni accrescono la loro tiratura. Un esempio?
 La notizia dell’sms mandato da Padre
Giancarlo Bossi ad un amico un cui avrebbe chiesto di “fare il possibile” per
liberarlo. Notizia smentita di lì a poco tempo dalla stessa Farnesina.

Insomma, sulla vicenda continua il tamtam di parole. Parole a
volte necessarie per cercare di dare senso a un rapimento così sorprendente,
come quello di Giancarlo Bossi, missionario e uomo dal cuore grande. Il “gigante
buono” di Payao, come lo chiamano i suoi parrocchiani. Da una parte le notizie si
sprecano, dall’altra il silenzio si fa sempre più assordante.  Soprattutto dalle parti della Farnesina che
anziché tenere informata l’opinione pubblica (come è stato per le due Simone
prima, per Giuliana Sgrena poi e per Daniele Mastrogiacomo appena qualche mese
fa) affida ogni notizia alla discrezionalità degli italiani e alla generosità
del Pime e delle autorità locali.

Sorprende inoltre l’irremovibile presa di posizione dell’Esecutivo:
per padre Giancarlo Bossi non si pagherà alcun riscatto. E’ lecito allora porsi
qualche domanda. Che cosa sta succedendo a Prodi e D’Alema? Si tratta di un
cambiamento di rotta in politica estera, perché la passata scelta su
Mastrogiacomo si è rivelata fallimentare oppure è una discriminazione verso il
cristianesimo? In ogni caso la contraddizione interna non si può occultare: se
fosse un cambiamento in politica estera si dichiarerebbe un errore; se fosse
altrimenti vorrebbe dire che per questo governo non è vero che il diritto alla
vita e alla libertà è uguale per tutti.