Padre Bossi nella mani di al Qaida
08 Luglio 2007
di redazione
Le autorità delle Filippine ne sono certe: padre Bossi, il sacerdote italiano rapido il 10 giugno scorso nel sud delle Filippine, è in mano ad esponenti del gruppo Abu Sayyaf, considerato vicino alla rete terroristica di al Qaida.
La tesi è sostenuta dal consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Gloria Arroyo, Norberto Gonzales, che dice di avere avvertito di tale eventualità anche Margherita Boniver, l’ex sottosegretario italiano agli Affari Esteri che si è recato nei giorni scorsi nelle Filippine per raccogliere informazioni sul caso. Gonzales ha anche segnalato che le autorità locali si attendono la pubblicazione di nuove fotografie del missionario, destinate a provare che il sacerdote è ancora in vita. Il consigliere per la sicurezza del presidente delle Filippine avrebbe inoltre avvertito la Boniver di non contare su una rapida liberazione di padre Bossi, perchè il gruppo Abu Sayyaf è il movimento islamico ritenuto responsabile degli attacchi terroristici più sanguinosi compiute nelle Filippine.