Paese che vai, sportivo che trovi

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Paese che vai, sportivo che trovi

Caro Paolo,

dimmi che tipo di persone sono i beniamini dello sport più seguito dalla società e ti dirò di quale società si tratta. Ho pensato che anche questo aspetto fosse utile da approfondire per continuare questa nostra analisi “viscerale” della società che ci circonda. E mi è venuto in mente, per contrasto, e questo è grave e adesso ti dirò il perché, lo sport a stelle e strisce e il calcio italiano.

Questi giorni stavo guardandomi per l’ennesima volta la replica della partita che ha consegnato l’anello di campioni n.b.a, e quindi del mondo, ai Boston Celtics (la mia squadra del cuore). Ebbene all’inizio della partita, c’è stata l’esecuzione dell’inno americano… e il clima che da quel palazzetto via tubo catodico giungeva ai miei sensi, era da brividi. Infatti dopo i soliti riti pre partita che fanno da sfondo alla presentazione delle squadre, arrivano alcuni soldati con la cantante di turno e la bandiera americana. E un silenzio religioso cala nell’arena…

Inizia l’inno e tutti i giocatori (compresi gli internationals che non sono così pochi ultimamente) assumono un atteggiamento consono alla situazione. I visi concentrati che ascoltano trasportati le patrie note. Si vede l’attaccamento. Un po’ diverso dal nostro di inno che viene cantato da sì e no due calciatori su undici. Seguito con visi più incantati che assorti pronti solo a cogliere l’attimo per trasmettere  messaggi più o meno velati alla telecamera, pro cabala, quando a loro, finalmente, toccherà l’inquadratura.

Anche l’atteggiamento in campo è diverso. Negli sport americani dal basket al football se ne danno, eccome se se ne danno , ma non lo fanno vedere. Anzi una volta colpiti non simulano, fanno di tutto per stare in piedi e non far vedere di avere subito il colpo. Questione di orgoglio, “pride”. E non è una questioni di sport diversi. Mi ricordo che ai mondiali de Rossi aveva rotto lo zigomo ad un giocatore degli stati uniti. E quello tranquillamente medicato dopo un po’ è rientrato senza sbraitare o bisogno di vendetta. Da noi, sì, è un po’ diverso. Lo sappiamo. Lo vediamo tutte le domeniche. E nonostante ciò in America, non ci sono mai risse fra giocatori. Anche perché l’unica che ho visto è costata la squalifica di un anno dai campi.

Da noi  invece, a fine partita altro che terzo tempo. Il risultato di atteggiamenti del genere? Beh, tifoserie in entrambi i casi calde, ma in America si tifa per la propria squadra e non contro l’altra. Da noi ci si diverte così. In America gli stadi sono pieni di famiglie e bambini. Oltre oceano fuori dallo stadio non ci sono tafferugli con la polizia o carabinieri. Da noi invece…

Ma come biasimare i nostri tifosi quando ci sono squadre che vantano giocatori che fomentano atteggiamenti del genere in campo e fuori dal campo? Ti racconto solo questa. Allora, intervista scherzosa ad un giocatore di una provinciale della serie A: che lavoro avresti voluto fare se non fossi diventato un calciatore? A carabiniere B pornodivo C capomafia. Ebbene sapete cosa ha risposto il “cives”? beh pornodivo direi proprio di no, il peggio di tutti è carabiniere quindi direi capomafia. No comment! Con che faccia poi riprendono i tifosi come chi la sa lunga e ha la coscienza pulita  e spinti dai mass media lanciano messaggi di pace fra le tifoserie. Bah… un’altra cultura! Da noi invece….