Pakistan. Attacco Lahore, arrestati alcuni sospetti

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Pakistan. Attacco Lahore, arrestati alcuni sospetti

04 Marzo 2009

Sono stati almeno dieci gli arresti effettuati all’indomani dell’attacco contro la nazionale di cricket dello Sri Lanka, nel quale sono rimaste uccise otto persone, tutte scorte della polizia. Il capo della polizia della città, Haji Habibur Rehman, ha precisato che tra gli arrestati non c’è nessuno dei componenti del commando terroristico responsabile dell’attacco.

Secondo quanto chiarito dallo stesso Rehman, sono tre le persone finite in manette a Lahore con l’accusa di aver fornito assistenza per la preparazione dell’attacco di ieri. La televisione pachistana ha riferito che la maggior parte degli arresti, sono stati effettuati a Model Town, un sobborgo della città pachistana ai confini con l’India. Indiscrezioni di stampa fanno invece trapelare la notizia non confermata che almeno quattro degli arrestati sarebbero di nazionalità afghana mentre gli altri sei sarebbero stati solo dei fiancheggiatori. Cinque sarebbero invece le persone ancora sotto interrogatorio da parte della polizia di Lahore.

Un’altra notizia trapelata all’indomani dell’attentato è che una telafonata anonima arrivata alla polizia di Lahore avrebbe fatto cambiare il tragitto dell’autobus dei giocatori dello Sri Lanka, facendo cadere così i giocatori in una trappola. Lo riporta il giornale pachistano The News secondo cui un uomo non identificato avrebbe telefonato pochi minuti prima la partenza del corteo che accompagnava i giocatori di cricket cingalesi, chiedendo di non passare per la solita strada, attraverso Gulberg road, ma di prendere la Ferozpur road. La polizia di Lahore, senza ulteriori accertamenti, ha preso per buono l’avvertimento dell’anonimo che annunciava un possibile attentato sul primo tragitto, quindi ha cambiato il percorso al corteo, andando a finire nella trappola dei terroristi.

Per scovare i colpevoli dell’attentato il governo del Punjab pachistano ha messo a disposizione una ricompensa di circa 125 mila dollari per coloro che possano fornire informazioni sugli esecutori dell’attentato. L’annuncio della ricompensa è apparsa stamattina sui maggiori quotidiani pachistani, assieme alle foto di quattro sospettati ricavate dai video delle telecamere a circuito chiuso che hanno ripreso la scena dell’attentato. "La dignità del Paese è stata ferita – ripetono le autorità del Punjab, di cui Lahore è capoluogo, invitando la popolazione a collaborare -. Aiutateci a identificare i terroristi che hanno attaccato il team dello Sri Lanka".

Nel frattempo, all’indomani dell’attacco, ieri sera si sono tenuti i funerali dei sei poliziotti pachistani uccisi e la quadra di cricket dello Sri Lanka è ritornata a Colombo. Tra imponenti misure di sicurezza, il team – guidato dal capitano Mahela Jayawardene – ha ringraziato l’autista del bus sul quale si trovavano e che, dopo qualche attico di panico seguito all’attacco, ha avuto la prontezza di riflessi di rimettersi in moto e fuggire. "Se non fosse riuscito a portarci via da lì, difficilmente saremmo sopravvissuti", ha raccontato in un incontro con i giornalisti al Bandaranaike International Airport Jayawardene, secondo cui molti giocatori sono riusciti a salvarsi nascondendosi sotto i sedili una volta iniziato l’attacco del commando di terroristi che era composto da 12 persone.

Nella città pachistana prosegue la caccia all’uomo e i raid della polizia. Gli investigatori cercano in primo luogo di stabilire a quale gruppo appartengano i terroristi. L’ipotesi principale è che siano taleban legati ad Al Qaida o ribelli kashmiri del gruppo Lashkar-e-taiba (LeT), lo stesso responsabile della strage di Mumbai. L’ex capo dei servizi segreti pachistani Hamid Gul (con note simpatie per gli islamici) ha accusato invece i ribelli tamil dello Sri Lanka, con l’appoggio dei servizi segreti indiani, desiderosi di vendicare Mumbai.

Questa mattina un giornale locale ha pubblicato quello che sembra essere un falso rapporto del dipartimento investigativo del Punjab, datato 22 gennaio, secondo cui l’intelligence indiana pensava di attaccare il team di cricket dello Sri Lanka. Il rapporto è firmato da Malik Muhammad Iqbal, ispettore aggiunto della polizia del Punjab. Contattato dal quotidiano britannico Times, Iqbal non ha voluto confermare né smentire l’autenticità del rapporto, limitandosi a un "no comment sulle questioni di intelligence". Molti esperti di sicurezza e analisti politici sono concordi però nel definirlo un falso e un chiaro tentativo di distogliere l’attenzione dal LeT.

Ai giornalisti sono state mostrate armi trovate sul luogo dell’attentato di Lahore e in altri punti, fra le quali dieci mitra Khalashnikov, due lanciatori di granate, 32 granate a mano e tre chili di esplosivo al plastico. Si aggiunge inoltre la notizia che due autobomba sono state disinnescate subito dopo l’attacco.

Un consigliere del primo ministro pachistano, Rehman Malik, ha detto che l’attacco ha gettato il Pakistan in uno "stato di guerra", ma ha assicurato: "Siate pazienti, spazzeremo fuori dal paese tutti questi terroristi". Nel frattempo prosegue la caccia ai terroristi.