Pakistan, i Talebani sfiancati dai Droni attaccano il Consolato americano
06 Aprile 2010
Ieri miliziani del gruppo Tehrik-i-Taliban Pakistan hanno attaccato il consolato americano a Peshawar, in Pakistan, provocando 8 vittime (5 fra soldati e civili pakistani più 3 attentatori). E’ stato un attacco coordinato, “gun-and-bomb”: una mezza dozzina di uomini con con uniformi da paramilitari hanno lanciato due autobombe per sfondare il posto di blocco aprire una breccia verso la sede diplomatica. Subito dopo, una terza potente esplosione, seguita da colpi di mortaio e raffiche di mitragliatrice. I Talebani hanno continuano a sparare per mezz’ora ma non sono riusciti a superare il cancello d’ingresso. Un’azione che ricorda quella, riuscita, dello scorso dicembre a Khost, quando furono uccisi numerosi operativi della Cia, oppure i recenti raid a Lahore e Rawalpindi.
Secondo un alto ufficiale pakistano in pensione, Mehmood Shah, raggiunto dal Christian Science Monitor, “la sicurezza ha reagito bene” all’incursione, mentre l’Ambasciata americana fa sapere che tutto questo mostra la disperazione dei militanti. Qualche ora prima, però, dozzine di persone erano state uccise in un altro attacco durante una riunione politica nella stessa zona (i Talebani hanno smentito di essere dietro l’attacco, che potrebbe avere anche motivazioni tribali).
Le ragioni del radi contro il consolato, secondo gli analisti, derivano dalla pressione che l’esercito pakistano sta esercitando sulle bande talebane nel distretto dell’Orakzai e dall’aumento delle vittime fra i miliziani con l’intensificarsi delle operazioni dei Droni, che dallo scorso dicembre hanno fatto più di 100 vittime nel Nord Waziristan: “E’ stata una rivincita per gli attacchi dei Droni” ha dichiarato all’AFP il portavoce talebano Azam Tariq”, promettendo nuovi attacchi ovunque ci siano degli americani.
Un aspetto preoccupante della questione, come rileva il corrispondente del NYT, Robert Mackey, è che attacchi del genere ormai siano percepiti sempre di più come una routine dalle autorità e dalla stampa pakistana, tant’è che mentre in tv scorrevano le immagini del raid, le notizie in sovrimpressione informavano il pubblico sul prossimo matrimonio di una star del cricket pakistano con una tennista indiana.
Tehrik-i-Taliban Pakistan è il gruppo che, dal 2002, raccoglie sotto il suo ombrello numerosi miliziani islamici Pakistani, contro il governo di Islamabad, l’esercito pakistano, la Nato e gli americani in Afghanistan. Dopo una serie di negoziati con il governo centrale, Tehrik-i-Taliban aveva ottenuto il controllo della Federally Administered Tribal Areas, dopo aver fatto strage di almeno 200 rivali nelle tribù locali. Nel 2007, Baitullah Mehsud si era guadagnato la leadership del gruppo.
Nel 2008, Islamabad ha rotto i ponti con il TTP, congelando i suoi asset bancari e impedendo ai suoi rappresentanti di apparire sui media. Nello stesso anno, il Mullah Omar ha provato ad appianare le divergenze nella leadership del gruppo chiedendo aiuto in nome dei Talebani afghani nella loro lotta contro gli americani. Si è così creato il Concil of United Mujahedeen (Shura Ittehad-ul-Mujahideen). La reazione degli americani non è si è fatta aspettare. Nell’agosto del 2009 proprio un Drone avrebbe ucciso il comandante Mehsud, generando una violenta faida per la successione all’interno del gruppo. Sempre secondo il governo e fonti talebane, anche il successore di Baitullah, Hakimullah Meshud, sarebbe stato ucciso da un drone nel gennaio del 2010.