Pakistan, il giallo sull’arresto di “Azzam l’americano”

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Pakistan, il giallo sull’arresto di “Azzam l’americano”

08 Marzo 2010

I servizi segreti pakistani avrebbero fatto un bel regalo alla intelligence Usa, consegnandogli "Assam l’americano", il portavoce storico di Al Qaeda. Ma in giornata le autorità del Pakistan hanno negato di aver arrestato Adam Gadahn, su cui continua a pendere una taglia di un milione di dollari….

Proprio ieri Assam aveva diffuso un video in cui si sosteneva che il maggiore Hasan, l’ufficiale dell’esercito che ha ucciso mesi fa alcuni colleghi nella base di Fort Hood, in Texas, è «un modello da seguire per tutti i musulmani americani».

"L’americano" è nato in California 31 anni fa, da nonno sionista e padre cristiano. Il suo vero nome è Adam Pearlman. A differenza dei suoi predecessori, lui sceglie la strada del Corano e poi quella dell’Afghanistan, dove si dirige, ventenne, per combattere il jihad. Diventa celebre per i suoi video in cui minaccia l’America di nuovi attentati. Sua, secondo gli specialisti, l’ispirazione del recente video in cui Bin Laden parla della crisi dei sub-prime.

Le autorità pakistane hanno comunque smentito la notizia dell’arresto. Secondo alcuni dirigenti dei servizi di Islamabad il prigioniero catturato non è Assam, ma solo una persona che gli ha rubato l’identità. La rete Cnn cita «informazioni contrastanti»; sarebbe stato un ufficiale dell’intelligence americana a contestare l’identità dell’arrestato. Per Cbs la notizia della cattura «non è corretta».

Il corrispondente della tv americana a Islamabad, Farhan Bokari, sostiene che inizialmente i pachistani hanno detto di aver catturato un uomo di nome «Abu Yahya» (uno dei nomi utilizzati da ‘Azzam l’americanò) e poi che un responsabile della sicurezza pachistana ha precisato che non si sarebbe trattato di Gadahn.

Il New York Times scrive che l’uomo arrestato è «Abu Yahya Mujahddin al Adam» e lo descrive come un comandante talebano nato in Pennsylvania, mentre Azzam è della California. Ciò che sembra certo è che la collaborazione tra i servizi pachistani e quelli americani stia cominciando a produrre risultati importanti.