Pakistan, l’attentato a Lahore era prevedibile e quasi scontato
28 Maggio 2009
La polizia pakistana ha arrestato 3 sospetti che farebbero parte del commando che ieri mattina ha distrutto la sede dei servizi segreti di Lahore; alcuni terroristi erano morti durante l’attacco kamikaze (un furgone imbottito con oltre cento chili di esplosivo), altri avevano ingaggiato uno scontro a fuoco con gli agenti pakistani, sul modello dell’azione di Mumbai.
Lahore una volta era una delle città più ricche e sicure del Pakistan, l’antica capitale culturale del Paese scelta come capitale dell’India Nord Occidentale prima della nascita del Pakistan moderno.
Ma non da ieri – quando i kamikaze hanno fatto qualche decina di vittime e centinaia di feriti – la città è stata presa di mira dai fondamentalisti islamici e dalla risorgenza talebana. Lo scorso marzo, Lahore, fu il teatro dell’attentato contro la nazionale di cricket dello Sri Lanka. L’obiettivo dei talebani afghani, infatti, è di disintegrare il Paese confinante ed è opinione riconosciuta che il Pakistan non sopravviverà se gli attacchi talebani proseguiranno.
Quello di ieri, in particolare, viene considerato una ritorsione contro le operazioni condotte dall’esercito pakistano per riprendere il controllo della valle dello Swat. Nella regione era tornata in vigore la sharia, e le bande locali, infiltrate e rafforzate dalle brigate afghane, puntavano dritte verso Islamabad. L’alleato americano ha alzato la voce e il governo pakistano ha reagito impegnando decine di migliaia di uomini per riportare l’ordine. Un attentato era prevedibile, quasi scontato, e infatti è arrivato, puntuale.