Pakistan: Musharraf, “al voto l’8 gennaio”

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Pakistan: Musharraf, “al voto l’8 gennaio”

19 Novembre 2007

Il presidente pachistano, generale Pervez Musharraf, ha dichiarato che le elezioni parlamentari si terranno il prossimo 8 gennaio.

“Se Dio vorrà, le elezioni generali si terranno l’8 gennaio”, ha detto ieri sera il generale ad un banchetto a Quetta, secondo quanto riferiscono oggi i media. La commissione elettorale dovrà annunciare mercoledì la data ufficiale del voto.

Musharraf ha anche attaccato l’opposizione che minaccia di boicottare il voto, dopo che lo scorso 3 novembre è stato proclamato lo stato d’emergenza. “Questi elementi sanno che perderebbero le elezioni ed è per questo che ricorrono al boicottaggio”, ha commentato.

Le parole del generale giungono dopo il suo incontro di ieri sera con John Negroponte. Il vicesegretario di Stato americano ha poi chiarito in una conferenza stampa a Islamabad di aver detto a Musharraf che gli Stati Uniti criticano e vogliono la fine dello stato d’emergenza, sono pronti a favorire la ripresa del processo democratico e del dialogo con Benazir Bhutto, i cui arresti domiciliari sono stati revocati solo da poco, leader del Partito Popolare del Pakistan, principale forza dell’opposizione.

Intanto, la Corte Suprema del Pakistan ha respinto oggi 5 delle sei petizioni presentate per contestare la legittimità della rielezione, il 6 ottobre scorso, di Musharraf alla presidenza, secondo l’emittente Dawn News, precisando inoltre che la Corte, massima istanza giuridica del Paese, esaminerà l’ultima petizione giovedì. Se anche questa, come appare probabile, dovesse essere respinta, il generale potrà prestare giuramento e assumere l’incarico per un altro mandato di cinque anni.

Dopo l’imposizione dello stato di emergenza, il 3 novembre scorso, i giudici della Corte Suprema erano stati sostituiti con persone più vicine a Musharraf e favorevoli alla sua rielezione. Musharraf si è impegnato a rinunciare alla sua divisa militare e quindi alle sue funzioni di capo dell’esercito nel caso di un via libera della Corte alla sua rielezione.