Pakistan sospende costituzione, 500 arresti, media imbavagliati
04 Novembre 2007
di redazione
La polizia pakistana ha arrestato oggi circa 500 tra giudici, avvocati e attivisti politici, il giro di vite è arrivato un giorno dopo la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Presidente Pervez Musharraf, giunto al potere otto anni fa in seguito ad un colpo di stato.
Durante la giornata di ieri, la costituzione pakistana è stata sospesa e il capo della Giustizia spodestato dal suo incarico, il governo ha anche emanato una nuova legge che prevede la proibizione per i mezzi mediatici di esprimere “ogni tipo di opinione che sia lesiva dell’ideologia o dell’integrità del Pakistan.”
Il Segretario di Stato Usa, Condy Rice, che aveva giudicato la decisione di presa dal governo pakistano sabato, “altamente deplorevole”, ha oggi chiesto a “tutti i partiti politici locali di mantenere il controllo all’interno di quella che è senz’altro una situazione difficile”.
Il portavoce del governo del Generale Musharraf ha invece difeso la decisione presa ieri dalle autorità pakistane: “Le cose sono andate letteralmente in tilt”, ha dichiarato Tariq Azim Khan alla Cnn.
Secondo l’ex-primo ministro pakistano, Benazir Bhutto, la mossa del Generale è arrivata a causa del timore che questi avrebbe nei confronti della Corte Suprema, la quale stava indagando sulla legittimità della sua carica, in seguito ad una richiesta fatta dalle forze dell’opposizione: “Capisco che egli possa avere delle difficoltà nell’accettare quello che è il verdetto della Corte Suprema, ma si deve accettare la sovranità di una corte legale”, ha affermato la Bhutto, che ieri aveva definito la decisione di Musharraf in questo modo : “Non si tratta di uno stato di emergenza ma di una legge marziale e il popolo pachistano deve sollevarsi contro questa decisione”.
Intanto, arriva la condanna da parte dell’U.E. nella persona del suo portavoce, Alain Bloedt : “La Commissione europea è preoccupata per le notizie riguardanti lo stato di emergenza in Pakistan. È molto importate che il Paese continui la transizione verso la democrazia, e che le elezioni si svolgano nel contesto del processo costituzionale…Il Pakistan ha bisogno di un rapido ritorno alla democrazia”.
Sul fronte dei media, poi, arriva la denuncia del direttore del telegiornale di Aaj, Tatal Hussain: “La polizia ha fatto irruzione nel nostro ufficio e ha cercato di sequestrare il nostro equipaggiamento…Sono riusciti a interrompere i nostri servizi, viviamo in una dittatura”.
In merito alla vicenda, un importante funzionario del governo pakistano, ha dichiarato alla Cnn che lo stato d’emergenza è destinato ad avere “vita breve” e che presto sarà restaurata la democrazia, perché è solo tramite la legge marziale che si può ottenere l’ordine.
Gli ha fatto eco l’ambasciatore pakistano negli Stati Uniti, Mahmud Ali Durrani: “Vi posso assicurare che egli [Musharraf, ndr] si muoverà verso la democrazia che è stata promessa…e questo lo vedrete succedere molto presto”.