Palermo. Aereo fuori pista, sfiorata la tragedia: la pioggia ha evitato il rogo

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Palermo. Aereo fuori pista, sfiorata la tragedia: la pioggia ha evitato il rogo

25 Settembre 2010

I soccorritori che ieri sera sono arrivati per primi sul luogo dell’incidente, parlano di un muro d’acqua che consentiva una visibilità di pochi metri. Le condizioni del tempo, rilevate e diramate ogni trenta minuti dalla stazione meteo di Punta Raisi, non erano tali da chiudere l’aeroporto.

Erano peggiori quelle di Trapani, dove un volo Ryanair proveniente da Roma Ciampino aveva deciso di fare rotta su Palermo. Eppure, in pochi secondi si è scatenato un acquazzone infernale e in quei momenti l’Airbus 319 della Wind Jet, un mezzo con tre anni di vita, appena revisionato, c’è finito in mezzo, impattando al suolo 500 metri prima dell’imbocco della pista.

Oggi alcuni dei passeggeri hanno capito di essere dei miracolati: "È probabile che la pioggia sia stata la causa dell’incidente – dice uno di loro, Mario Torcivia – ma senza l’acqua sulla pista sarebbe scoppiato un incendio e saremmo morti tutti". I tecnici non fanno ipotesi e non pensano ai "se", ma sul luogo dell’incidente, mentre dai serbatoi continuava a sgorgare kerosene – poi estratto con le pompe dai vigili del fuoco – nessuno nasconde che poteva finire molto peggio. L’Airbus ha toccato terra appena superata la linea di costa, investendo le antenne dell’Ils, uno strumento di radioassistenza; uno dei paletti è rimasto conficcato nella prua dell’aereo.

Qualche metro più avanti c’è un dosso e lì si vedono i solchi scavati dai due motori. Poi l’aereo è scivolato lungo il terrapieno ed è arrivato alla testa della pista. Se si fosse trovato solo un metro più basso, sarebbe stata la prua a finite contro il dosso, con conseguenze facilmente immaginabili. "Ho avuto la sensazione che l’aeromobile sprofondasse", ha detto il pilota dell’Airbus al responsabile operativo della Wind Jet, Ilario Tolini.

Il comandante, 15 mila ore di volo e una grande esperienza, è stato ricoverato nell’ospedale di Partinico, ma solo per accertamenti prudenziali. Le due scatole nere (una registra i dati di volo, l’altra le voci in cabina di pilotaggio), recuperate nel pomeriggio dalla polizia, insieme ai tecnici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), diranno cos’è accaduto.

La compagnia è convinta che siano stati i venti di caduta, il cosiddetto fenomeno del wind-shear, a schiacciare l’aereo, ma è troppo presto per avanzare ipotesi. Le prime indiscrezioni dicono che il pilota ha comunicato l’emergenza quando non aveva ancora superato la linea di costa, tanto che i vigili del fuoco hanno inizialmente cercato il velivolo a mare.

Il buio e la visibilità ridottissimà non hanno consentito neanche a un volo Alitalia, che si trovava in testa di pista, nella piazzola d’attesa per i decolli, di individuare l’Airbus. I soccorsi sono arrivati dopo circa sei minuti, quando i 123 passeggeri, venti dei quali leggermente feriti, erano già scesi dagli scivoli e si erano diretti a piedi verso l’aerostazione. "Non potevamo mandare una navetta in pista – dice l’ad della Gesap, Dario Colombo – se non autorizzati dalla macchina del soccorso. Non ci si può dimenticare che c’era stato un incidente".

Intanto, poco prima dell’incidente, avvennuto alle 20.15, un volo Alitalia aveva riattaccato durante un tentativo d’atterraggio su un altra pista dell’aeroporto, quella cosiddetta dello Scirocco, riuscendo solo al secondo tentativo a mettere le ruote a terra. Quando è toccato all’Airbus della Wind Jet, la pista in uso era un’altra, che corre quasi parallelamente alla linea di costa, a causa della mutata direzione del vento.

Domani l’aeroporto dovrebbe riaprire alle 14, sempre che stanotte i vigili del fuoco riusciranno a spostare l’Airbus, già imbracato nel tardo pomeriggio, e trasportarlo in una piazzola già individuata ai margini dell’aeroporto, in direzione Palermo. Ma ci vorranno giorni per uscire dalla situazione di caos creata dalla chiusura del Falcone-Borsellino, un’emergenza che ha messo in ginocchio il piccolo scalo di Trapani Birgi e creato disagi anche a Catania.