Palermo. Costretta a prostituirsi per anni denuncia lo sfruttatore

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Palermo. Costretta a prostituirsi per anni denuncia lo sfruttatore

27 Novembre 2010

Per anni è stata costretta a prostituirsi, poi ha trovato la forza di denunciare ai carabinieri il suo sfruttatore. È accaduto a Palermo, dove i militari hanno arrestato D.C., pluripregiudicato palermitano 33enne, con l’accusa di reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione.

La vittima, una 30enne nata in Nigeria, era giunta in Italia, alla fine di agosto del 1999, quando una sua cugina, che si trovava già da tempo a Palermo, era venuta a sapere che la giovane aveva perduto i genitori e le aveva proposto di raggiungerla in Italia, dove avrebbe lavorato per lei come parrucchiera, professione che svolgeva già in patria.

Arrivata a Palermo, aveva capito che ad aspettarla non c’era nessun negozio di parrucchiere e che, per mantenersi in Italia e per pagare le spese di viaggio che la parente aveva anticipato, avrebbe dovuto prostituirsi. Inizialmente si era opposta, aveva fatto da baby sitter al figlio appena nato della cugina, ma alla minaccia di ritorsioni nei confronti dei fratelli e del suo piccolo bimbo rimasto in Nigeria, si era piegata.

Ogni sera la 30enne andava in via Roma, ma le sue lacrime facevano scappare i clienti. Al massimo riusciva a stare con due o tre uomini, la tariffa era di 20.000 lire in strada e di 40.000 se il rapporto si consumava in un appartamento nella disponibilità della cugina sempre nel centro storico. Una volta a casa la giovane donna era costretta a consegnare l’intero ‘incassò alla parente, che non esitava a picchiarla nel caso in cui non fosse stata soddisfatta di quanto guadagnato.

In strada la nigeriana aveva conosciuto un cliente, un ragazzo palermitano poco più grande di lei, che dopo qualche tempo le aveva proposto di scappare con lui in un posto lontano, dove non li avrebbero trovati. Dopo qualche giorno la giovane vittima aveva deciso di fuggire con lui, così una mattina, approfittando di un momento in cui era sola, era scappata di corsa alla Stazione, dove avevano preso il primo treno per Pisa. Credeva di aver trovato finalmente un po’ di pace.

Per qualche tempo lei era stata ospite a casa di un’amica, mentre lui era andato a vivere in una stanza in affitto. Ma dopo circa tre mesi dall’inizio della convivenza in un appartamento affittato erano iniziati i problemi tra i due. La 30enne, infatti, aveva scoperto che il ragazzo, che faceva dei lavoretti saltuari, non aveva voglia di lavorare e, dopo aver cambiato diverse occupazioni, le aveva proposto di prostituirsi. Tradita per l’ennesima volta, l’uomo che l’aveva fatta fuggire le proponeva lo stesso lavoro dal quale era scappata.

Ogni giorno il suo compagno, tra le 10 e le 16, per sette giorni a settimana, l’accompagnava in un posto in cui vi erano diversi boschi ed altre prostitute, riceveva molti clienti, dai dieci ai venti, guadagnando circa 400 euro al giorno, durante l’orario di lavoro le portava da mangiare o i preservativi quando finivano. Ogni mese doveva pagare 250 euro a una delle donne che si prostituivano come ‘affittò del luogo, in cui si prostituiva.

Inizialmente il fidanzato si era dimostrato dolce e gentile, ma dopo era diventato più attaccato al denaro, la minacciava e la picchiava, chiedendole di lavorare di più e in qualche occasione controllando il tempo che s’intratteneva con i clienti.Nel 2006 era riuscita a convincerlo a metterla in regola con il permesso soggiorno, facendole avere una licenza per vendere abbigliamento. Era cominciata la nuova vita, avevano comprato un furgone e vendevano come ambulanti abbigliamento e scarpe presso i mercati, l’attività era andata avanti per circa un anno, ma a causa delle continue spese sostenute dal compagno avevano dovuto chiudere l’attività. Così era stata riportata sullo stesso marciapiede, ma visto che i guadagni non erano soddisfacenti, lui aveva deciso di tornare a Palermo. Avevano affittato una casa nel centro storico, dalle 22 alle 2 si prostituiva in zona «Cala».

Dopo una serie di accertamenti che hanno confermato quanto dichiarato dalla donna, i carabinieri hanno arrestato il pluripregiudicato. L’uomo, che era irreperibile, è stato fermato, dopo un breve inseguimento, da una pattuglia a bordo della sua auto in via Lincoln. Per lui sono scattati gli arresti domiciliari.