Palermo. Trovato morto oculista, nello stesso palazzo altri 2 omicidi

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Palermo. Trovato morto oculista, nello stesso palazzo altri 2 omicidi

02 Giugno 2010

È giallo a Palermo sulla morte di Giovanni Cascio, 55 anni, un noto medico oculista della Palermo bene, trovato cadavere dalla moglie, una giovane architetto inglese, nella sua abitazione in via Mariano Stabile. Il medico, che aveva lo studio di oculistica in via Principe di Belmonte, nel salotto della città, è stato trovato con una ferita lacero contusa alla testa. Secondo una prima ricostruzione, fatta dai Carabinieri, che si trovano ancora sul posto insieme al medico legale, il professionista, che viveva separato in casa con la moglie, nella notte si sarebbe alzato e scendendo le scale interne dell’appartamento sarebbe caduto battendo violentemente la testa. Sarà comunque l’autopsia a stabilire le cause della sua morte. Nelle prossime ore, i militari dell’Arma ascolteranno la moglie. I due hanno un bambino di sei anni.

Intanto qualcuno lo chiama, ormai, il ‘palazzo maledetto’, l’edificio in stile liberty di via Mariano Stabile al civico 172 a Palermo, dove questa mattina è stato trovato il cadavere di Cascio, 55 anni. In sei anni, tra il 1992 e il 1998 sono state uccise due donne. Nel 1998 suscitò molto scalpore l’omicidio di Irene, 35 anni, una nobildonna molto conosciuta in città, trovata la mattina del 5 maggio seminuda, massacrata a martellate in testa. Seppur colpita, la giovane, discendente di una nota famiglia di armatori e imprenditori palermitani, aveva tentato disperatamente di telefonare, ma morì per le profonde ferite riportate al cranio. Sei anni prima, nel 1992, nello stesso palazzo, ma in un piano diverso, al terzo piano, una modella fu trovata assassinata, con il cranio fracassato, Maria Uggello. Saltuariamente la donna si prostituiva. Un delitto feroce. La ragazza fu infatti massacrata con un ferro da stiro. Adesso, invece, la morte del noto oculista Giovanni Cascio. L’uomo è stato trovato dalla moglie, Vera, di origini inglesi, con una profonda ferita alla testa. Sembra per una caduta dalle scale. Sarà l’autopsia a cercare di dare una risposta al decesso del medico che lascia un figlio di sei anni e un altro ragazzo di vent’anni, avuto dal primo matrimonio.

Per l’omicidio della nobiladonna Irene Tagliavia, 35 anni, venne arrestato un operaio con problemi mentali, Francesco Termini, condannato in tutti i tre gradi di giudizio. Nel maggio 2008, dopo avere scontato dieci anni di carcere, l’uomo era uscito dall’istituto di detenzione per ‘incompatibilità col regime detentivo. L’uomo, l’unico colpevole accertato, è affetto, secondo i giudici del Tribunale di sorveglianza, da una gravissima patologia neurologica. Da qui la decisione di fargli lasciare il carcere. I legali dell’uomo vorrebbero chiedere la revisione del processo, perchè ritengono che ci siano ancora "molti punti oscuri".

Irene Tagliavia venne rinvenuta il 5 maggio del 1998 da un’amica che era salita, insieme al portiere, perchè non aveva sue notizie da alcune ore. Il cranio era stato sfondato a colpi di martello e di mazzuolo. Le armi del delitto erano ancora nell’abitazione di via Mariano Stabile, di proprietà dell’aristocratica. Gli investigatori riuscirono ad arrivare all’uomo grazie ai tabulati del telefono cellulare che Francesco Termini aveva rubato alla sua vittima. L’ ex operaio confessò dapprima l’ omicidio, per poi ritrattare, ammettendo solo l’ aggressione, e sostenendo di avere lasciato la donna viva. Il suo atteggiamento è stato ritenuto dalla Corte d’ assise "un disperato tentativo di discolparsi, palesemente inverosimile". Per l’omicidio dell’altra donna uccisa nel palazzo ‘maledetto’, Maria Uggello, venne arrestato un 42 enne, proprietario di un ristorante-pizzeria in provincia di Palermo. L’uomo venne prima prosciolto, poi riarrestato e condannato a 22 anni di reclusione, in primo grado, nel febbraio del ’94.