Panama Papers, sono settecento gli italiani coinvolti
21 Gennaio 2017
Sono 700 i nomi coinvolti nelle indagini sul caso, per i quali sono stati richiesti gli opportuni chiarimenti ai Paesi presso i quali sono depositati i loro patrimoni. L’Italia non è ovviamente l’unica a condurre simili accertamenti sui propri residenti: la task force che coordina 30 amministrazioni finanziarie nelle indagini si è recentemente riunita a Parigi per fare il punto sullo scandalo internazionale dal quale sono emersi migliaia di conti off-shore (fra cui quelli di molti personaggi pubblici).
Il sospetto è quello di un utilizzo di questi conti per l’evazione fiscale. Una note dell’Agenzia delle entrate ha comunicato che le varie autorità si sono scambiate informazioni “sul ruolo degli intermediari fiscali, inclusi istituzioni finanziarie, consulenti, avvocati e commercialisti, che hanno favorito l’evasione e l’elusione fiscale”, in quello che è viene definito come il “il più grande scambio di informazioni simultaneo mai realizzato prima d’ora”.
I numeri dell’attività di controllo coinvolgono oltre 1.700 controlli e verifiche effettuati sui contribuenti, l’individuazione di una lista target di 100 intermediari e più di 2.550 richieste di informazioni. Se si considera quelle partite dall’Italia, significa che il 27% circa riguarda soggetti del Belpaese sul totale delle 30 amministrazioni.
“Un ulteriore positivo effetto è rappresentato dal fatto che un cospicuo numero di contribuenti si è fatto avanti spontaneamente per dichiarare al Fisco le proprie operazioni offshore. Questo incontro si è concentrato sulla figura degli intermediari, con gli Stati membri che hanno messo in comune le prove sui soggetti chiave grazie agli sforzi realizzati come per esempio l’analisi dei dati, la procedura di collaborazione volontaria, i contraddittori con i contribuenti e la documentazione a disposizione”, spiegano ancora le Entrate.