Par condicio, il Tar riabilita i talk show nelle tv private

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Par condicio, il Tar riabilita i talk show nelle tv private

12 Marzo 2010

I talk show tornano in tv, almeno nelle reti commerciali. A deciderlo è stata la III sezione ter del Tribunale amministrativo regionale che, accogliendo la richiesta di Sky e Telecom Italia Media (ovvero La 7), ha disposto la sospensione del divieto generale di mettere in onda programmi di approfondimento sulle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo. Il provvedimento, di fatto, permetterà alle reti private di organizzare nei prossimi giorni puntate con i protagonisti politici interessati dalla campagna elettorale. Almeno per ora, resta esclusa dalla misura la televisione pubblica dove i talk show (Annozero, Ballarò e Porta a Porta) sono stati sospesi con un regolamento varato dalla Vigilanza di Viale Mazzini.

Il Tar del Lazio ha ribaltato oggi il regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e, più in particolare dell’art. 6 comma 2 (conosciuta anche come “norma bavaglio”), che disciplina la par condicio nel piccolo schermo in periodo elettorale. L’Autorità aveva esteso alle tv private le norme approvate dalla Commissione di Vigilanza della Rai che equiparavano i programmi di approfondimento informativo a quelli comunicazione politica obbligandoli a rispettare i criteri della parità di trattamento tra le forze politiche durante questo ultimo mese di campagna elettorale. Nello specifico, l’articolo stabiliva che “i notiziari diffusi dalle emittenti televisive e radiofoniche nazionali e tutti gli altri programmi a contenuto informativo… si conformano con particolare rigore ai principi di tutela del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, dell’obiettività e dell’apertura alle diverse forze politiche, nonché al fine di garantire l’osservanza dei predetti principi, allo specifico criterio della parità di trattamento tra i soggetti e le diverse forze politiche”.

La Corte ha però accolto la richiesta di sospensiva di Sky e TI Media, fissando l’udienza di merito al 6 maggio, e ha respinto la richiesta di Federconsumatori la quale pretendeva lo stop anche al regolamento della Vigilanza perché sosteneva che, trattandosi di organismo parlamentare, “sussistono profili di inammissibilità del gravame per la parte in cui è impugnato il regolamento”, in quanto “approvato dalla Commissione parlamentare di Vigilanza nella seduta del 9 febbraio 2010, in relazione alla natura parlamentare dell’organo che ha adottato l’atto impugnato in assolvimento della funzione politica di indirizzo e vigilanza”.

“Il buon senso alla fine prevale. La decisione del Tar del Lazio restituisce ai cittadini il diritto di sapere per una scelta consapevole in occasione delle elezioni regionali e mette i giornalisti in condizione di onorare il loro dovere di informare”. Così accolgono la notizia il presidente e il segretario dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca e Enzo Iacopino, che definiscono “qualcosa di surreale” la situazione che si stava vivendo “perché non era accettabile una campagna elettorale fatta solo con slogan pubblicitari, ma senza alcuna possibilità di analizzare le singole posizioni”.

Si dicono soddisfatti della decisione del Tar sia il direttore di Sky TG24 Emilio Carelli (“Si tratta di una sentenza giusta che riconosce la validità della battaglia che vede di nuovo garantito al cittadino il diritto di essere informato in televisione non solo dai telegiornali, ma anche da dibattiti e confronti fra i più importanti candidati alle elezioni”) che, più in generale, tutto il mondo politico.

Il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, afferma che “la sentenza del Tar sulla par condicio dimostra ancora una volta di più quanto sia superata questa legge”. Il senatore ha tenuto a ricordare che contro l’estensione delle decisioni della Commissione di vigilanza alle emittenti commerciali si era espresso lo stesso presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, messo poi in minoranza “da chi aveva fatto una scelta più che discutibile”. Per Pier Luigi Bersani, la decisione ha dimostrato “l’assoluta irragionevolezza delle norme che bloccano i programmi di dibattito politico” e ha auspicato che tali criteri siano fatti propri anche dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai e che tutto il sistema mediatico sia messo nelle stesse condizioni. Persino Michele Lauria, commissario dell’Agcom in quota centrosinistra che aveva votato a favore della sospensione imposta dall’Autorità, accoglie con favore la sentenza: “A questo punto è auspicabile – continua Lauria – che il Cda Rai tenga conto della decisione del Tar e voglia rivedere la scelta di sospendere i programmi di approfondimento nell’ultimo periodo di campagna elettorale che negava al cittadino il diritto all’informazione”.

Non è del tutto convinto della decisione del Tar, invece, il radicale Marco Beltrandi, relatore del regolamento sulla par condicio nella Commissione di Vigilanza Rai: “A quanto si apprende – ha detto il parlamentare –, il Tar Lazio avrebbe sospeso un solo comma, il 2, dell’articolo 6, della delibera dell’Agcom che applica la par condicio alle televisioni private in occasione delle regionali del 27 – 28 marzo 2010”. Ma tale sospensione, secondo Beltrandi, non riguarderebbe i talk show che sono citati soltanto al comma 5 dell’art. 6 della delibera dell’Agcom: “La delibera della Vigilanza sulla Rai tv è stata invece pienamente confermata dal Tar Lazio che ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata; anche qualora il Tar Lazio avesse sospeso il comma 5, dell’art. 6, la motivazione del Tar sarebbe smentita nel merito dal fatto che trasmissioni come Matrix e Terra hanno continuato ad essere messe in onda, anche prima di ogni sospensiva, dimostrando che non è il regolamento ad aver imposto un qualunque stop”.

Intanto, il Cda della Rai ha annunciato una riunione straordinaria prevista per lunedì prossimo per discutere della par condicio alla luce dell’ultima decisione del Tar. Mentre Bruno Vespa (Porta a Porta) e Michele Santoro (Annozero), due dei conduttori delle trasmissioni interessate dallo stop votato dal Cda, auspicano che Viale Mazzini torni al più presto sui suoi passi e rimetta in onda i programmi sospesi sulla rete pubblica, il presentatore di Ballarò, Giovanni Floris, si è dato da fare e ha deciso di trasferire in piazza i talk show. Lunedì presenterà alla stampa il suo “Giro d’Italia”: quattro incontri in altrettante piazze del Belpaese con i candidati alle regionali o con esponenti della politica per parlare delle elezioni regionali del prossimo 28 marzo.