Paraguay, Parlamento dato alle fiamme

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Paraguay, Parlamento dato alle fiamme

01 Aprile 2017

Violenze in Paraguay dopo il voto con cui il Parlamento ha riformato la Costituzione per permettere al presidente conservatore Horacio Cartes di farsi rieleggere nel 2018. 

La crisi è cominciata lo scorso martedì, quando 25 senatori si sono riuniti nell’ufficio del Frente Guasu, in Senato, e hanno approvato un progetto di cambiamento del regolamento parlamentare, senza la presenza del resto dei senatori nè del presidente del Senato, Roberto Acevedo, che ha chiesto invano alla Corte Costituzionale di annullare le riforme. La controversa votazione sulla rieleggibilità si è tenuta in una sede del Senato, perché la sala plenaria era occupata dai senatori del Partido Liberal, contrari alla riforma. La riunione è stata denunciata come illegale da parte dell’opposizione, ed è scaturita una battaglia nelle vicinanze dell’edificio parlamentare. 

Un migliaio di manifestanti a volto coperto sono scesi in strada e hanno attaccato il Palazzo del Congresso, appiccando un incendio al primo piano, quello che ospita la sala bicamerale del Parlamento e gli uffici di vari deputati. I pompieri sono riusciti a soffocare le fiamme che hanno causato gravi danni. 

Negli scontri ci sono stati una trentina di feriti, fra cui tre senatori. Gli scontri si sono poi trasferiti al centro della città e, secondo il presidente del partito, Efrain Alegre, un giovane è morto per gli spari della polizia nella sede del Partido Liberal Radical Autentico. 

Il 60enne ex imprenditore Cartes, eletto nel 2013, è piombato così nella sua peggiore crisi istituzionale. Cartes ha invitato alla calma e “a non lasciarsi coinvolgere da coloro che da mesi avevano annunciato fatti di violenza e spargimenti di sangue” e ha attaccato chi vuole “scardinare la democrazia e la stabilità del Paese”. 

Ad un anno dalle elezioni presidenziali, il progetto approvato stabilisce che i presidenti e i vicepresidenti del Paese possano puntare a un altro mandato, in maniera continuata o con interruzioni. Porte aperte quindi a un mandato bis per Cartes. Fra le novità della riforma, l’eliminazione delle prerogative del presidente del Senato, fra cui quella di rifiutare i progetti di legge.