Parisi, Berlusconi e i moderati: il manager incontra stato maggiore Fi
01 Agosto 2016
Stefano Parisi si prepara a incontrare i vertici di Forza Italia a Roma, coordinatori e tesoriere di Fi, tra qualche maldipancia dei “colonnelli” azzurri e dopo aver ricevuto l’ok del leader Silvio Berlusconi. Parisi insomma va avanti, in vista della convention del centrodestra e dei moderati annunciata per settembre a Milano e senza curarsi delle stoccate che continuano ad arrivare da Salvini, che ha fatto sapere che non sarà alla convention. Ma anche nella Lega si è aperta una crepa, con il governatore della Lombardia, Maroni, che guarda con interesse all’operazione di Parisi.
Per Berlusconi, che certo non sembra intenzionato a farsi da parte, il profilo di Parisi, un manager attento alle ragioni del mondo liberale, sembra perfetto per rilanciare Forza Italia e federare il mondo moderato. “Se qualcuno ha diviso il centrodestra e ha voluto perdere, quello è Berlusconi”, attacca però Matteo Salvini. “Ho intorno a me molte persone,” ha detto Parisi parlando con Libero, “non solo politici: imprenditori, intellettuali, liberali”. “Iniziamo a dare un contributo di idee con persone che vengono dal mondo del lavoro e dell’impresa”.
“Dobbiamo ricostruire le basi ideali e programmatiche dell’area liberale e popolare”. Federalismo fiscale, lotta agli sprechi e alla burocrazia, meno Stato nell’economia sono i pilastri del suo programma. Insieme a un No deciso al referendum costituzionale di Renzi, che Parisi ha annunciato pubblicamente qualche settimana fa partecipando alla presentazione del libro di Quagliariello e Onida sulla riforma costituzionale (“Perché è saggio dire No”). Intanto nel centrodestra rispunta anche Alfano che ritiene che “il tentativo di Parisi può avere un buon esito se sarà consacrato dalle primarie e se metterà i lepenisti in condizione di non nuocere”.
Ma sul referendum, le forze dell’opposizione di centrodestra, Forza Italia compresa, sono schierate sul fronte del No, a differenza di Ncd-Area Popolare che asseconda il progetto renziano di modifica della Costituzione. Occhi puntati su Parisi, dunque, e sul suo tentativo di rimettere insieme un’area vasta che possa comprendere il mondo liberale e conservatore, le esperienze civiche dell’ultimo anno, con una nuova guida, diversa dalle precedenti, coerente con il mondo dei moderati, non estremista e alternativa a posizioni demagogiche e populiste.