Parisi punta ai “moderati”. Salvini e Maroni divisi dai pareri contrastanti

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Parisi punta ai “moderati”. Salvini e Maroni divisi dai pareri contrastanti

30 Luglio 2016

Maroni, intervistato da Repubblica commenta così l’idea di Salvini di presentare un partito formato ‘Fronte Nazionale’: “Sono curioso, andrò a sentire. Aprire al Sud è un’opportunità e insieme un rischio. Venti anni fa fui spedito da Bossi al Sud per fare la Lega Italia Federale, quel progetto non andò bene”.

Alla domanda, invece, che lo voleva indurre a sbilanciarsi su Parisi, Maroni ha risposto: “Non do giudizi. Anche perché non ho capito bene se deve diventare il nuovo amministratore di Fi con la sua due diligence, o se andare a capo della coalizione. Da parte mia c’è un’apertura di credito, del resto sono un curioso di natura. Ma voglio vedere cosa dirà alla convention di settembre”.

Un po’ meno netto, pertanto, di Salvini che non ha esistato nel prendere le distanze.  Il leader della Lega è infatti piuttosto scettico su Parisi e a proposito della convention ideata da quest’ultima ha risposto:  “Mi pare mi abbiano detto che si svolgerà nel weekend centrale del mese. Purtroppo, io in quei giorni sarò a Pontida, stiamo organizzando un sacco di cose…”. 

Salvini, come aveva fatto due giorni fa in filo diretto su Radio Padania, sottolinea le distanze da Fi e dall’idea, forse coltivata da Berlusconi, che Parisi possa diventare il candidato premier del centrodestra. “L’ho già detto: come candidato di una città, non si deve occupare di politica monetaria, di banche, di Europa o di direttiva Bolkenstein. Deve essere un bravo amministratore. Altro paio di maniche è mettersi al servizio di un progetto in cui continuiamo ad essere i servi di Bruxelles”.

Tra le cose rimarcate, Parisi ritiene che se anche il fronte del no dovesse prevalere sul referendum costituzionale, Renzi non dovrebbe dimettersi. “Ma lo vede? Ma di che cosa parliamo? Io, conclude Salvini, capisco che molti parlamentari tifano perché le elezioni vengano il più tardi possibile: anche perché alcuni di loro non li rieleggerebbe neanche un condominio. Ma così l’Italia si spegne. Renzi ha detto che se perde il referendum, va a casa. E invece noi vogliamo trascinarci per un altro anno e mezzo? Dovremmo essere noi a lavorare a questo gran progetto?”.

Intanto Angelino Alfano prova a sentirsi vivo nello scenario politico e segue con attenzione l’operazione mentre lavora a raggruppare in Parlamento tutti i centristi (verdiniani e zanettiani) che voteranno “Sì” al referendum sulle riforme. 

E a proposito di quest’ultimo, a chi gli chiede come pensa di tenere insieme Alfano e Salvini, Parisi risponde che “se ci saranno tutti bene, altrimenti qualcuno deciderà di restare fuori”. Per Giorgia Meloni, però “confonde la parola moderati con inciucisti” .