Parisi va a Roma e intanto pensa alla sua “Leopolda dei moderati”

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Parisi va a Roma e intanto pensa alla sua “Leopolda dei moderati”

28 Luglio 2016

Stefano Parisi si muove in punta di piedi. Ieri, per l’uomo nuovo che deve “rigenerare i moderati” e riportare il centrodestra a Palazzo Chigi, la trasferta romana è stata una toccata e fuga. Arrivo al mattino e partenza alla sera. Niente visita al partito; nessuna presa di possesso dell’ufficio in piazza San Lorenzo in Lucina; nessun summit con i big di Forza Italia; nessuna presa di contatto con i coordinatori regionali azzurri che incontrerà la settimana prossima.

L’establishment di Forza Italia guardi con favore ma anche con qualche preoccupazione l’ascesa dell’ex capo di Fastweb. Ma dall’entourage del candidato sindaco di Milano, fanno sapere che Parisi è concentrato su ben altro. In primis l’organizzazione della convention del 16 e 17 settembre a Milano, già ribattezzata “Leopolda dei moderati“. 

“Ho un progetto e ne rispondo solo a Berlusconi. Voglio creare un’alternativa liberale a Renzi. Altrimenti la gente pensa che se il premier perde il referendum e va a casa, poi vincono i 5 Stelle o c’è il baratro. Per questo serve un rinnovamento nei contenuti. Forza Italia deve tornare a essere forza di governo. Per troppi anni si è adattata a fare opposizione”, dice lo stesso Parisi.  

Economia, fisco, sicurezza, lotta alla burocrazia e agli sprechi, legalità ed educazione sono i pilastri su cui Parisi intende costruire la casa del centrodestra. Un centrodestra che dev’essere inclusivo e parlare a tutti, Lega inclusa. Fa tutto parte del progetto. 

E su questo fronte Parisi non sembra preoccupato delle reazioni un po’ scomposte di Salvini che non ha certo esultato per la discesa in campo ufficiale del manager.  Anche se di alleanze, tuttavia, è ancora troppo presto per parlare.

Pare girare, inoltre, la voce che Fi abbia intenzione di trattare con il Pd e con Renzi da posizioni di forza, ovviamente dopo la vittoria del alle riforme costituzionali, per far nascere un nuovo governo di larghe intese. Se le cose dovessero stare cosi, non tutti in Forza Italia sono d’accordo con la svolta di Arcore e con l’inciucio con Renzi e il Pd. Giovanni Toti, Altero Matteoli e Renato Brunetta sonotre dei personaggi importanti che potrebbero non aderire alla nuova formazione politica di Berlusconi e Parisi.