Parla Spinetta e spiega perché Alitalia ha una sola scelta
19 Marzo 2008
“Air France vuole rilanciare Alitalia non affossarla per favorire sè stessa e non è vero come hanno scritto i giornali italiani oggi che io non sono obbligato a concludere quest’ affare.”
Jean Cyril Spinetta, presidente del consiglio di amministrazione del gruppo Air France Klm ha improvvisato apposta una conferenza stampa per ribadire che lui non molla la presa. Specie dopo le notizie uscite su quasi tutti i giornali in margine all’infruttuoso incontro con i sindacati della ormai morente compagnia di bandiera italiana.
L’uomo, che capisce benissimo l’italiano ma che ha preferito giovarsi comunque di una traduttrice simultanea, oggi pomeriggio ha convocato i giornalisti all’hotel Bernini Bristol a Roma per mettere le carte sul tavolo: “gli esuberi previsti dal piano di risanamento saranno 2100 di cui 1.600 in Alitalia Fly e 500 in Alitalia Servizi, cifre queste ben lontane dai 6.000, 7.000 o addirittura 8.000 che abbiamo letto”.
Poi ha spiegato che il cda del gruppo che rappresenta “non mi ha dato mandato di buttare due miliardi e rotti di euro solo per danneggiare Alitalia a favore di Air France, perché l’operazione sarebbe insieme insensata e suicida.. ma per sviluppare quello che sarà il primo gruppo di trasporto aereo europeo entro tre anni. “Oltretutto – ha aggiunto – se non verrà presa una decisione entro il 31 marzo Alitalia semplicemente cesserebbe di esistere da sola”.
Certo Formigoni e la Lega Nord dovranno farsi una ragione per Malpensa: “è possibile una moratoria di due anni ma solo per i cargo, il traffico passeggeri perde un terzo all’anno del fatturato globale, cioè 73 milioni di euro su 223, in queste condizioni è una palla al piede”.
E poi, ha aggiunto con sarcasmo tipicamente francese, “da noi di solito sono gli aeroporti a servire le compagnie aeree non viceversa”.
Per monsieur Spinettà qui non si sta tentando di fagocitare Alitalia: “si tratta di una fusione come quella che quattro anni fa Air France fece con Klm e anche all’epoca i sindacati olandesi credevano che noi volessimo distruggere la compagnia olandese per dare le rotte migliori alla Francia ma oggi si sono ricreduti visto che ci sono stati quattro anni di crescita dopo i sacrifici iniziali”.
Alitalia, quindi, nelle intenzioni manifestate dalle parole di Spinetta, dovrà fare parte del più grande gruppo di trasporto europeo e riprendere a macinare utili già dal 2010.
I numeri del piano di risanamento, che prevede l’accollo di un miliardo di euro di passività e lo stanziamento di un altro miliardo per un aumento di capitale, oltre al prezzo delle azioni da permutare con quelle del gruppo Air France Klm, sono questi: “su 9900 unità di Alitalia Fly, sono previsti 1600 esuberi, mentre delle 7900 persone che compongono Alitalia servizi, posseduto al 51% da Fintecna, 3300 potranno essere riassorbiti in Alitalia, mentre gli altri continueranno a lavorare dove già si trovano per il nuovo gruppo per i prossimi otto anni”. Poi Dio vedrà. Se nel frattempo Alitalia avrà ricominciato a fare profitti potrebbero venire assorbiti anche loro o continuare a lavorare con questi contratti quadriennali di servizio. Nella peggiore delle ipotesi avranno avuto 8 anni di tempo per trovarsi di meglio. Che di questi tempi non è poco. Dei 3300 che al nuova Alitalia si impegna a riassorbire però altri 500 sono da considerare in esubero. Per cui i 1600 di cui sopra più questi 500 fanno “un totale di 2100 persone cui garantire la cassa integrazione, incentivi al prepensionamento e poi la mobilità, con un piano sociale che non metterà nessuno all’angolo della strada”.
Così dunque parlò Spinetta che in conferenza stampa si è preso molti impegni solenni davanti ai giornalisti, primo dei quali a conservare la peculiare italianità della compagnia di bandiera esattamente come ha già fatto quattro anni orsono con la Klm olandese.
Poi a quelli che gli hanno contestato un ulteriore ribasso di valutazione delle azioni Alitalia ha risposto con la crudezza delle cifre: “da novembre a marzo i conti sono ulteriormente peggiorati e una piccola revisione era inevitabile, però io vi ribadisco che non esiste una persona sana di mente che fa un investimento del genere per fini diversi da quelli del rilancio industriale e anche per questo che non possiamo permetterci pesi morti come Malpensa che perdono un terzo all’anno del fatturato totale..”
Non ci sarà quindi la moratoria richiesta, anche perché “i margini di trattativa a questo punto sono inesistenti”. Spinetta ha però precisato che questo non è un “prendere o lasciare”, come pure è stato scritto nei giorni scorsi, ma un invito ad assumersi tutti, a partire dai sindacati “senza il cui assenso salterà tutto”, le rispettive responsabilità.
Per Malpensa potrà funzionare per i prossimi due anni solo il servizio cargo tre volte al giorno e questo è il massimo che l’azionista Air France si può accollare. Infine per quel che riguarda la causa intentata dalla Sea ad Alitalia per l’abbandono di Malpensa, Jean Ciryl Spinetta sostiene di avere avuto garanzie di manleva da parte del venditore, cioè il tesoro italiano.
Ciò è quello che può dare il mercato ad Alitalia in questo momento e sarà bene che prima di dire di no i sindacati interni ci pensino molte volte. Un treno simile non passerà una seconda volta.
Spinetta ha anche assicurato che “se ci saranno degli scioperi nessun pilota di Air France andrà a fare il crumiro su aerei Alitalia”. E lui si è impegnato solennemente su questo, quasi offeso di una simile insinuazione durante la conferenza stampa.
Ma allo stesso tempo ha chiarito il fatto che il tira e molla non può durare all’infinito: entro il 31 marzo vuole la risposta definitiva dei sindacati perché poi lo scambio azionario non potrà avvenire prima di metà maggio, quando ci sarà il via libera dell’Europa. E dopo l’insediamento di un nuovo governo in Italia che sarà chiamato a ratificare gli impegni presi da Prodi e Padoa Schioppa.
A tal proposito, prima della conferenza stampa, Spinetta era stato ricevuto a Palazzo Chigi insieme all’amministratore delegato di Alitalia Maurizio Prato. Oramai quindi tutto è pronto e il dado è quasi tratto. Dopo l’Alitalia potrà tornare a volare se non saranno le faide politiche e sindacali a tagliarle le ali. Stavolta per sempre.