Parroco perde chiesa ma guida tutto il giorno l’ambulanza del 118
07 Aprile 2009
di redazione
È rimasto senza casa e chiesa ma non ha perso la voglia di stare accanto ai suoi fedeli e a chi soffre. Don Massimiliano De Simone, cappellano del carcere dell’ Aquila e parroco di Civitatomassa, frazione di Scoppito, a dieci chilometri da L’ Aquila, è anche volontario della Croce Verde e ieri per tutto il giorno si è messo a disposizione. "Ho guidato l’ambulanza del 118 fino a sera – racconta -. Abbiamo recuperato feriti e vittime nella casa dell’ studente e partecipato all’ evacuazione dell’ Ospedale".
Don Massimiliano ha 40 anni, è originario di Navelli (L’ Aquila), parroco da otto e da cinque è cappellano del carcere abruzzese. La sua casa fino a due giorni fa era nel centro di Civitatomassa, dove vivevano circa 400 persone. Nelle due chiese di San Giovanni Battista – una più piccola poco distante, l’ altra più grande ai margini dell’ abitato – gravitano 1.300 parrocchiani. Il terremoto ha distrutto tutto. "Dormivo nella mia camera – ricorda il sacerdote – e ho sentito i calcinacci cadere sul letto. Mi sono messo sotto una finestra dai muri spessi per proteggermi. È andata via la luce e sono andato verso le scale quando c’ è stata una seconda scossa. Sono venuti giù i mobili, ero rimasto incastrato e ho pensato: ‘È finita. Invece, grazie a Dio sono uscito fuori e con gli altri compaesani sono andato in un punto di raccolta che sapevamo".
Ieri mattina, don Massimiliano è tornato a casa e si è reso conto che era inagibile così come le due chiese. "Sono andato prima in carcere e ho visto che la situazione era tranquilla. Poi ho raggiunto gli altri volontari e ho fatto l’ autista di ambulanza. Oggi sto cercando di aiutare i compaesani che hanno bisogno di farmaci: abbiamo fatto l’elenco di quello che serve e vado a prenderlo alla farmacia dell’ospedale. Ho passato la notte con i parrocchiani nella tendopoli che abbiamo allestito con mezzi nostri in un terreno della parrocchia. Tra gente in tenda e quanti hanno dormito in macchina eravamo più di trecento".